Contenuti
Oggetto è esattamente
Peer Review
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Chi legge non paga (2009)
L’open access è compatibile con il peer reviewing e la pubblicazione di studi di qualità? Sicuramente. L’accesso libero riguarda la disseminazione del sapere e delle informazioni nella comunità scientifica e non le modalità di produzione e controllo della qualità. Si tratta, comunque, di due piani separati: il processo di peer reviewing si riferisce al controllo di qualità dei contenuti scientifici di una pubblicazione; l’open access riguarda la modalità e il fatto che quei contenuti possano essere accessibili. I costi della pubblicazione e quindi, anche del peer reviewing possono essere pagati dagli editori o sostenuti attraverso modelli nuovi, in cui non sono i lettori a pagare, ma gli stessi autori o le loro istituzioni o gli enti che finanziano la ricerca. I costi, naturalmente, ci sono e l’idea del movimento dell’open access è che il lettore, cioè chi è a valle, deve potere accedere a questa informazione validata, di qualità, ma senza pagare. Oggi, la rete, la tecnologia ci permette il massimo di disseminazione dei contenuti scientifici di qualità, ma vanno cambiati i modelli di produzione e di pagamento, che al momento escludono coloro che non possono sostenere questi costi. Archiviazione a lungo termine e pubblicazioni ad accesso libero possono andare d’accordo? Al momento non ci sono soluzioni, nè garanzie sulla durabilità degli strumenti digitali, ma questo non toglie che si continuino a produrre informazioni anche solo in formato digitale. Bisogna certamente investire nelle tecnologie di conservazione a lungo termine e questo vuol dire utilizzare degli standard, quando si producono contenuti in formato elettronico, in maniera tale che potranno migrare man mano che la tecnologia va avanti. Io sono dell’avviso che, in particolare per i contenuti scientifici, bisognerebbe adottare il modello del print on demand: in futurotutte le riviste scientifiche che non avranno una massiccia diffusione saranno soltanto elettroniche. Bisognerà porsi dunque, il problema di investire nei costi relativi per renderle accessibili a lungo termine. Il print on demand del documento dà la possibilità a chi lo voglia comprare di tenerlo nel proprio scaffale o nella libreria delle biblioteche. Queste ultime, quindi, dovrebbero dotarsi di quelle tecnologie che permettono non di fare la stampa del *pdf, ma di avere il fascicolo della rivista o della monografia. È una soluzione possibile, una modalità economicamente conveniente per tutto il materiale prodotto scientificamente, che non avrà mai una diffusione in termini di milioni di copie: stampi soltanto ciò di cui hai bisogno e la stampa diventa un prodotto di nicchia che, però, ha costi bassi. -
Improving peer review of systematic reviews by involving librarians and information specialists: protocol for a randomized controlled trial (2021)
Contesto Continuano a esistere problemi con la segnalazione e il rischio di distorsioni nei metodi e nelle strategie di ricerca nelle revisioni sistematiche e nei tipi di revisione correlati. I revisori alla pari che non hanno familiarità con ciò che è richiesto per segnalare in modo trasparente e completo una ricerca, potrebbero non essere disposti a rivedere gli elementi di ricerca delle revisioni sistematiche, né possono sapere cosa potrebbe introdurre pregiudizi in una ricerca. I bibliotecari e gli specialisti dell'informazione, che hanno esperienza nella ricerca, possono offrire conoscenze specifiche che contribuirebbero a migliorare il report della ricerca per la revisione sistematica e ridurre il rischio di errori sistematici, ma sono sottoutilizzati come revisori metodologici. Metodi: Questo studio valuterà l'effetto dell'aggiunta di bibliotecari e specialisti dell'informazione come revisori inter pares metodologici sulla qualità dei rapporti di ricerca e sul rischio di errori sistematici nelle ricerche di revisione. Lo studio sarà uno studio controllato randomizzato pragmatico utilizzando 150 articoli di revisione sistematica presentati a BMJ e BMJ Open come unità di randomizzazione. I manoscritti che riportano le revisioni sistematiche completate e i relativi tipi di revisione e che sono stati inviati per la revisione inter pares sono ammissibili. Per ogni manoscritto randomizzato all'intervento, un bibliotecario/ specialista dell'informazione sarà invitato come un revisore peer aggiuntivo utilizzando pratiche standard per ogni rivista. I primi manoscritti di revisione saranno valutati in duplice copia per segnalare la qualità e il rischio di errori sistematici, utilizzando l'aderenza a 4 elementi del giudizio di PRISMA-S e dei valutatori su 4 domande di segnalazione dal dominio 2 di ROBIS, rispettivamente. Le informazioni identificative dei manoscritti saranno rimosse prima della valutazione. Discussione: I risultati primari di questo studio sono la qualità delle relazioni come indicato dalle differenze nella proporzione di ricerche adeguatamente segnalate nei manoscritti di prima revisione tra gruppi di intervento e di controllo e il rischio di distorsioni come indicato dalle differenze nelle proporzioni di manoscritti prima revisione con alta, basso e poco chiaro pregiudizio. Se l'intervento dimostra un effetto sul report di ricerca o di bias, questo può indicare la necessità per gli editori di riviste di lavorare con bibliotecari e specialisti dell'informazione come revisori metodologici.