Contenuti
Oggetto è esattamente
Ruolo in trasformazione
-
Hai un problema? Chiedi al bibliotecario! Bibliotecari biomedici: una guida a cambiamento [2015]
Il tascabile di Barbara Martin e Cristian Lo Iacono – dal titolo Bibliotecari biomedici: una guida al cambiamento – costituisce un’analisi dettagliata e rigorosa relativa a un aspetto importante del mondo delle biblioteche: il bibliotecario biomedico. Questa professione non è ancora prevista dalla legislazione italiana e non vi è un termine che la rappresenti in n modo chiaro. In genere si intende un bibliotecario “prestato” al campo della sanità e che opera in contesti ospedalieri, aziende sanitarie o di centri di ricerca. Si tratta quindi di un bibliotecario di frontiera, di confine che promuove informazione scientifica di qualità. Informazione scientifica che ha visto un notevole ampliamento dell’offerta con l’avvento di strumenti sempre più web 2.0 oriented, mettendo tutto a disposizione a portata di un click. È quindi cambiato il ruolo del bibliotecario biomedico? In fondo no. Il moderno bibliotecario fa il lavoro che ha sempre fatto e cioè quello di assicurarsi che i propri utenti abbiano l’informazione di cui necessitano in tempi rapidi, nel formato che trovano più utile. Quello che di sicuro è cambiato, e sta cambiando, è il contesto ove il bibliotecario si trova ad operare; le Biblioteche, in particolare quelle biomediche, sono entità locali in un mercato dell’informazione e della conoscenza che è globale e viaggia prevalentemente sulla rete. Per tale motivo i due autori partono sin da subito mettendo in primo piano la necessità di comprendere i bisogni informativi dei propri utenti spostandosi sempre più da modelli centrati sul sistema, con interventi a pioggia, verso modelli dove l’utente e le sue esigenze diventano il fulcro centrale del proprio lavoro. Tale visione definita dai nostri autori “olistica”, permette, in tempi di risorse scarse e tagli radicali alle risorse, di decidere quali risorse acquistare e gestire favorendo la cooperazione fra biblioteche e la nascita di consorzi tra di esse (ad esempio, il Sistema Bibliotecario Biomedico Lombardo e Bibliosan). Qui entra in pieno gioco la conoscenza della propria utenza, ma anche la conoscenza dell’istituzione ove il bibliotecario si trova a operare. Infatti, sempre più attivamente le biblioteche biomediche intervengono nelle varie fasi di recupero e valutazione della produzione scientifica. Questo fornisce una visione a 360 gradi del proprio lavoro e contributo: dalla ricerca bibliografica, alla stesura dell’articolo, al supporto al processo di pubblicazione e, infine, alla valutazione del suo impatto. Il tutto nasce dalla stessa esigenza di sempre: fornire risposte in tempi brevi a clinici, ai ricercatori, agli infermieri che necessitano di risposte immediate ai loro quesiti medico-scientifici. I bisogni informativi del personale sanitario richiedono tempi rapidi, spesso al letto del paziente, basate su prove di efficacia e tratte dai principali database biomedici e farmaceutici.La maggior parte dei sanitari, ancora oggi, non acquisisce particolare dimestichezza nell’uso delle banche dati durante il proprio corso di studi. Per il professionista sanitario, quindi, il problema non è l’accesso all’informazione ma la sua selezione e comprensione senza inutili perdite di tempo e di energie. Tutto ciò richiede in primis una costante formazione del bibliotecario stesso. L’aggiornamento è la prima sfida per il bibliotecario e il documentalista biomedico. Formazione continua che segue i mutamenti delle banche dati, delle piattaforme di accesso alle risorse in un continuum di webinars, seminari, conferenze, convegni anche all’estero. Troppo spesso tale formazione è lasciata alla libera iniziativa del bibliotecario che segue percorsi da “autodidatta” in base ai mutamenti editoriali più che un preciso percorso di crescita. Visto in quest’ottica il ruolo del bibliotecario biomedico muta nello scenario contemporaneo. Come sottolineato dai due autori oltre al supporto nell’acquisizione documentale del Document Delivery, alla gestione dei cataloghi e loro aggiornamento, alla gestione degli acquisti, si affianca un ruolo fondamentale: quello del bibliotecario formatore. In tale veste il bibliotecario non fornisce solo “corsi” sulle banche dati biomediche e le risorse della biblioteca ma diventa un ponte, un tramite verso un mondo sempre più informatizzato. Il passaggio dalla carta all’online ha sì permesso al ricercatore un recupero immediato della documentazione scientifica ma allo stesso tempo ha messo in luce la scarsa dimestichezza dei clinici all’uso delle risorse elettroniche. Nel contempo i bibliotecari biomedici dovranno sempre più affrontare una nuova generazione di digital natives ove la funzione sarà quella di indirizzare l’informazione verso un uso costruttivo e partecipato dei social media non solo per aumentare la visibilità dei ricercatori, ma anche per la possibilità di fare rete in cui i clinici si scambiano informazioni dati e contenuti. E i pazienti ? Proprio attraverso l’uso dei social media, delle pagine Facebook dei nostri enti o delle biblioteche e dei blog, è possibile dare informazioni in modo semplice ma al contempo accurato sulle nuove scoperte evitando ai pazienti la ricerca forviante sul web. D’altra parte alcune biblioteche all’interno dei propri ospedali hanno da tempo aperto punti informativi per i pazienti a con l’obiettivo principale di fornire informazioni scientifiche di qualità, mirate e personalizzate e, contestualmente, di offrire un servizio di accoglienza ai pazienti, familiari e cittadini. Per quest’ultimo e per la disamina precedente il bibliotecario biomedico dovrebbe essere maggiormente coinvolto nei progetti di ricerca. Non solo per gli aspetti di ricerca veri e propri, o della raccolta dati, ma anche per quello che gli autori definiscono il passaggio dalle competenze alle capacità di chi mette a disposizione le proprie conoscenze ad altri professionisti per produrre dei risultati in ambito clinico o di ricerca. Parola chiave diventa reciproca fiducia. Per tutto il resto vale sempre il motto del bibliotecario: hai un problema? Chiedi in biblioteca! -
Napoli: un modello “integrato” per la Biblioteca di area medica [2017]
La Biblioteca Medica opera in un duplice contesto, quello accademico e quello sanitario, deve quindi fornire una serie di servizi. Pertanto, il bibliotecario biomedico deve adattare e acquisire nuove competenze e quindi devono essere identificati nuovi profili professionali. La nuova definizione della Biblioteca Medica dovrebbe essere integrata, non più spazio fisico o virtuale -
LATCH at the Washington Hospital Center, 1967-1975 (1978)
Un articolo importante così riassunto: L'accesso immediato alle informazioni necessarie è essenziale se il personale medico vuole fornire assistenza sanitaria di qualità. Presso il Washington Hospital Center, nel 1967 fu creato il programma Literature Attached to Charts, LATCH, per fornire rapidamente le informazioni necessarie. Fornisce letteratura corrente su alcuni aspetti della malattia del paziente in forma di raccolta di alcuni articoli pertinenti allegati alla cartella cinica del paziente. Seguendo un resoconto dell'inizio del programma, un'analisi di 1.935 richieste LATCH per gli anni 1968-1975 rivela che i nuovi medici, cioè gli stagisti e i residenti del primo anno, hanno richiesto Latches più spesso. Le richieste nei settori della medicina interna sono stati i più comuni. I dati mostrano anche che il programma è stato ben accolto dai suoi utenti. LATCH ha impattato la biblioteca medica in diversi modi. Il programma è stato parzialmente responsabile dell'aumento del personale, del numero di abbonamenti alle riviste e del numero di ricerche di letteratura richieste. Il programma ha anche portato a un maggiore accesso alla collezione tramite il catalogo a schede. Un effetto importante è stato l'enorme sviluppo di competenze professionali nel personale che ha preparato la LATCH. -
Il bibliotecario in Sanità (2016)
Un articolo importante che mette in rilievo una pietra miliare nella storia del coinvolgimento del bibliotecario biomedico nell'assistenza ai pazienti. Il primo programma volto a coinvolgere i bibliotecari nella clinica fu il Literature Attached to Charts (LATCH) che iniziò nel 1967 al Washington Hospital Center (USA).Con gli anni, il bibliotecario della salute ha ampliato i suoi compiti e ha creato diversi profili di lavoro. Oggi dobbiamo distinguere fra Bibliotecario clinico e Informazionista. In Italia esiste un profilo del bibliotecario chiamato "Documentalista", anche se non ancora ampiamente riconosciuto. In questo articolo si ripercorre la storia del bibliotecario della salute, dalle sue origini fino ad oggi. -
L’alfabetizzazione sanitaria: biblioteche e bibliotecari per il benessere dei cittadini [2018]
L’alfabetizzazione sanitaria è la capacità di ottenere, elaborare e capire informazioni sanitarie, in modo tale da partecipare attivamente, insieme ai medici, al processo decisionale per quanto riguarda la propria salute.Le biblioteche e i bibliotecari... -
Providing patient information and education in practice: the role of the health librarian (Teaching and Learning in action) [2016]
In questo articolo, la curatrice Hanna Spring ospita Ivana Truccolo che presenta una panoramica del suo lavoro presso la Biblioteca Scientifica e Pazienti del Centro di Riferimento Oncologico di Avviano in Italia , coordinando il processo di informazione educazionale dei pazienti. Discute l'evoluzione storica del concetto di patient education e come questo si sia affiancato al ruolo del bibliotecario biomedico nella fornitura di informazioni sulla salute. Vengono forniti dettagli sui vari programmi di patient education & empowerment in atto presso il Centro. In particolare, vengono discusse varie attività tra cui corsi di informazione ai pazienti, lo sviluppo di dispense di educazione dei pazienti e un programma di medicina narrativa che include un concorso letterario. L'articolo si conclude con uno schema specifico del ruolo che il bibliotecario può svolgere nella fornitura di informazioni sulla salute dei cittadini e nell'educazione dei pazienti. -
Prendersi cura della salute: un’insolita alleanza. Biblioteche biomediche e biblioteche pubbliche (2020)
Il dossier "Biblioteche Innovative" presenta una rassegna delle esperienze delle biblioteche che hanno in comune la ricerca di soluzioni volte a ridefinire il loro ruolo, con particolare attenzione alla dimensione sociale e ai nuovi percorsi di accesso alla conoscenza. Partendo da un'esperienza bibliotecaria concepita come centro della comunità, passiamo ad esaminare un caso di coinvolgimento delle imprese locali in una prospettiva di welfare culturale. Il caso di Torino è originale. Qui le biblioteche offrono ospitalità ai cittadini nei loro uffici per incontrare professionisti (contabili, notai, ecc.) per ottenere consulenza, mentre a Roma e Milano c'è un crescente impegno nei confronti della popolazione carceraria. Il caso delle biblioteche di prossimità e delle biblioteche condominiali è unico, mentre cresce la promozione della cittadinanza attiva e della pratica dell'ascolto. Innovare significa anche trasferire competenze agli studenti che consentono loro di operare in un ambiente Wikimediano o utilizzare le collezioni come opportunità di conversazione con la comunità. L'innovazione per le biblioteche accademiche passa anche attraverso la loro capacità di presentarsi come digitali e partecipativi grazie alle opportunità offerte dalla Terza Missione e alle opportunità offerte alle biblioteche accademiche per rispondere alle forti spinte verso la scienza aperta. Infine in un breve articolo viene descritta la nuova alleanza tra una biblioteca pubblica e una biblioteca per i pazienti di un istituto di oncologia. -
Convegno. Infrastrutture informative per la biomedicina: quali servizi per l'utente del 2000?
Il rapporto con gli altri, la comunicazione intesa come 'visibilità' e 'riconoscibilità' è una delle componenti fondamentali del fenomeno Internet. Il diffondersi della posta elettronica, dei newsgroups, delle liste di discussione testimoniano del desiderio di esserci, di comunicare, di farsi conoscere e riconoscere.La diffusione di Internet ha posto le biblioteche e i bibliotecari di fronte a nuove esigenze. Personalmente mi sembra che le potenzialità offerte dalla rete si inquadrino in un processo che ormai ha radici lontane e che ha coinvolto tutti i settori della vita della biblioteca... -
Convegno su Biblioteche e centri di documentazione nella biomedicina realtà e prospettive. Roma, 12-14 dicembre 1984
All'interno dell' AIB Associazione Italiana Biblioteche, esisteva già dalla fine degli anni ‘70 del secolo scorso un Gruppo di lavoro nazionale biblioteche biomediche, poi divenuto Commissione nazionale biblioteche biomediche AIB, che ha organizzato uno “storico” convegno sulle “Biblioteche e Centri di documentazione nella biomedicina: realtà e prospettive” il 12-14 dicembre 1984, presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) a Roma. A proposito dei bibliotecari biomedici, scrivono Gabriella Poppi e Vilma Alberani nell’introduzione agli Atti del Convegno pubblicati nel 1986 negli Annali dell’ISS: "[…] Coloro che lavorano in grandi organismi, in particolare di ricerca, possono ritenersi fortunati rispetto alla maggior parte dei bibliotecari che operano in strutture minori o comunque non consolidate. L’isolamento di questi operatori sia nell’ambito della propria struttura sia dalla comunità bibliotecaria, la constatazione di non vedere considerata la propria funzione da parte sia di amministratori sia di politici, la mancanza di un riconoscimento giuridico della propria professionalità, la carenza di mezzi finanziari e strumentali, l’impossibilità di avere contatti e scambi di informazione con colleghi…sono stati gli argomenti più volte emersi nel dibattito dei tre giorni del Convegno. L’insoddisfazione generale del bibliotecario e documentalista che svolge compiti che la maggior parte dei suoi colleghi (ivi inclusi gli amministrativi e i politici) non conosce affatto o fa corrispondere alla trita immagine di “topo di biblioteca” deve portare a una precisa presa di posizione sia degli operatori stessi sia delle associazioni professionali per una rivalutazione di queste professioni. La non conoscenza di ciò che tali professionalità possono fornire danneggia sia la categoria sia gli utenti." -
The librarian's role in the provision of consumer health information and patient education. Medical Library Association. Consumer and Patient Health Information Section (CAPHIS/MLA) (1996)
Un articolo "visionario" pubblicato nel 1996 sul Bulletin of the Medical Library Association che precisa con grande chiarezza la Policy della Medical Library Association, Consumer and Patient Health Information Sectionin tema di bibliotecario biomedico e in-formazione/educazione ai pazienti:I bibliotecari sanitari, grazie alle loro conoscenze e competenze in materia di identificazione, selezione, organizzazione e diffusione delle informazioni, svolgono un ruolo importante sia nei servizi di informazione sulla salute dei consumatori che nell'educazione-alfabetizzazione dei pazienti. Il ruolo del bibliotecario varia a seconda della missione e delle politiche dell'organizzazione. Le attività dei bibliotecari in questo settore sono orientate verso l'obiettivo di produrre una società sana e di aiutare l'individuo a prendere decisioni sanitarie informate -
Communication in the physician-patient relationship (1993)
Già nel 1993, Alan M Rees, professore emerito della Case Western Reserve University di Cleveland, Ohio, scrive: I cambiamenti politici, legali, etici, sociali, economici e tecnologici del ventesimo secolo hanno prodotto un profondo effetto sulla salute e lo stato di salute degli americani e sul modo in cui medici e pazienti comunicano. Nella seconda metà di questo secolo, la responsabilità per la cura e l'assistenza individuale si è spostata da un approccio paternalistico, centrato sul medico, a uno centrato sul paziente. I pazienti assumono ora due identità: "consumatori" di salute e partecipanti attivi al processo decisionale relativo alla loro cura. Questo fenomeno ha creato un ambiente in cui la domanda di informazioni dei "consumatori di salute" si è spostata da un'unica attenzione ai sintomi, alla diagnosi e al trattamento delle malattie a una crescente preoccupazione per i costi, la qualità e l'accesso all'assistenza sanitaria. Questo cambiamento sottolinea il ruolo critico svolto dai bibliotecari medici nella diffusione delle informazioni necessarie e sfida i bibliotecari ad assumere un ruolo guida nell'apertura di nuovi canali di comunicazione tra medici e pazienti. -
New activities and changing roles of health sciences librarians: a systematic review, 1990-2012
Il documento, una revisione sistematica della letteratura, identifica e documenta le nuove attività e ruoli delle biblioteche di scienze della salute nel periodo 1990-2012.... RISULTATI: NUOVI RUOLI INDIVIDUATI ATTRAVERSO LA RICERCA BIBLIOGRAFICA: bibliotecari incorporati (come i ricercatori di informazioni cliniche, bioinformatici, della sanità pubblica, specialisti di informazioni sulle catastrofi); bibliotecario per la revisione sistematica; bibliotecario per le tecnologie emergenti; bibliotecario per la formazione medica continua; bibliotecario per lo sviluppo di borse di studio; e bibliotecario per la gestione dei dati. Nuovi ruoli identificati attraverso annunci di lavoro sono stati bibliotecario digitale, bibliotecario esperto di metadati, bibliotecario della comunicazione accademica e bibliotecario della ricerca traslazionale. Sono stati individuati anche nuovi cambiamenti rispetto ai vecchi ruoli: bibliotecario clinico-medico, bibliotecario-istruzione, bibliotecario-sensibilizzazione e bibliotecario per l'informazione ai cittadini. CONCLUSIONI: Mentre gli scopi principali della biblioteconomia delle scienze della salute rimangono gli stessi, i nuovi ruoli rappresentano nuove attività importanti, per cui, per molti bibliotecari, il lavoro quotidiano sul posto di lavoro è completamente diverso. IMPLICAZIONI: Questo elenco di nuove attività dovrebbe informare gli studenti che contemplano carriere di bibliotecario medico, guidare programmi formali e di formazione continua, e incoraggiare altri bibliotecari a considerare questi nuovi servizi. -
Quando l'utente è un paziente (1998)
Un'esperienza pilota in Italia in tema di apertura ai pazienti di una bblioteca biomedica inzialmente rivolta solo al personale clinico, tecnico e di ricerca... Data 1998, pochi anni dopo l'articolo visionario di MLA/CAPHIS The librarian role in providing health information and patient education Fin dall'inizio l'esperienza di Aviano, in seguito riprodotta in altre realtà con i dovuti adattamenti, ha curato due aspetti aventi pari dignità: l'informazione ai pazienti desiderosi di approfondire aspetti non clinici correlati alla malattia oncologica; l'aspetto di svago in termini di promozione della lettura, scrittura e altre attività in collaborazione con la locale Biblioteca Pubblica. -
Il ruolo in costante evoluzione del bibliotecario documentalista della salute. Spunti da PubMed
Presupposto: é nella natura delle biblioteche essere “growing organisms", quindi anche il ruolo di chi vi opera è in costante evoluzione. Strategia di ricerca bibliografica in PubMed sul ruolo in evoluzione del bibliotecario biomedico: (medical librarians[mesh] OR "health librarian"[ti] OR libraries[tw]) AND ("evolving role" OR (role[ti] AND librarian*[ti]) OR (role[ti] AND information*[ti] )) Aggiornamento al 09/03/2022 -
S.R. Ranganathan's Five Laws of Library Science
Le 5 leggi di Ranganathan (Sirkali 1892-Bangalore 1972) sono le basi della biblioteconomia. Esse sono: 1. I LIBRI SONO FATTI PER ESSERE USATI · 2. A OGNI LETTORE IL SUO LIBRO · 3. A OGNI LIBRO IL SUO LETTORE · 4. RISPARMIA IL TEMPO DEL LETTORE · 5. UNA BIBLIOTECA È UN ORGANISMO CHE CRESCE. Sostituendo la parola "documento" alla parola "libro", tali leggi/principi sono sempre valide, basta sostituire In particolare l'ultima, le biblioteche sono organismi viventi, dà ragione della continua evoluzione sia delle biblioteche biomediche sia del ruolo di chi vi opera.