La formazione specialistica e continua dei bibliotecari documentalisti della salute

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Ricerca avanzata
  • Institutional Repositories e riviste Open Access danno più impatto alla ricerca: le nuove metriche di valutazione (2006)

    Presentazione alla Conferenza "La pubblicazione scientifica in medicina: tools per l’autore", Perugia, 13 luglio 2006
  • Non più topi da biblioteca (2009)

    Il bravo bibliotecario oggi deve essere un po‘ “smanettone“? Probabilmente, sì. Un limite grosso che riscontro spesso è quello della formazione dei bibliotecari e, sebbene io non abbia mai frequentato un corso di laurea in biblioteconomia, mi sento di muovere una piccola critica al modo in cui sono organizzati i corsi. Si studia diplomatica e letteratura latina, ma non si ha familiarità con i programmi di grafica e web design, che invece rappresentano strumenti necessari come il pane nelle biblioteche di oggi, perché di continuo capita di dover realizzare la grafica per un’applicazione o effettuare modifiche all’HTML di una pagina web e sono pochissimi coloro che riescono a farsi carico di questi compiti. E tra coloro che ci riescono, non sempre vi sono i più giovani, che spesso non hanno competenze tecnologiche o che comunque non sempre sono interessati a formarsi in questo senso...
  • Pare facile (2009)

    Alla Biblioteca medica di Reggio Emilia si fa formazione? Moltissima. La nostra Azienda ha iniziato molto presto a impegnarsi per la diffusione dei principi della medicina basata sulle evidenze (EBM): nel 2001-2002 abbiamo cominciato a parlarne e nel 2003 è iniziata un’attività intensiva di formazione di base diretta a tutti i professionisti. Per professionisti intende non solo i medici, ma in generale tutte le professioni sanitarie? Nella nostra realtà, Provincia, Regione, Aziende sanitarie, ospedaliera e azienda USL, hanno lavorato insieme. La mia è la biblioteca clinica dell’Azienda sanitaria della Provincia di Reggio Emilia: quindi, la biblioteca è una e gli impegni economici sono condivisi. Il progetto iniziale era quello di creare una med – community per l’appropriatezza della pratica clinica. I punti cruciali erano quelli di formare professionisti, fare conoscere anche tutti principi della EBM, mettere a disposizione dei professionisti le risorse elettroniche, dal punto di vista documentario, dunque, educare e formare i professionisti al loro utilizzo scientifico...
  • I bibliotecari insegnano…(2008)

    Quanto insegnano i bibliotecari? Da noi [Centro per la Valutazione dell'Assistenza Sanitaria, CEVEAS, Modena] tantissimo. Per i corsi interni facciamo una media di 25 giornate all’anno: sono i corsi generali, quindi aperti a tutti. Poi facciamo corsi specifici per settore, ad esempio, il settore infermieristico o quello psichiatrico. Nella nostra Azienda i vari servizi possono chiedere corsi ad hoc per le specifiche utenze e in genere si tratta di due o tre mezze giornate. Quante persone partecipano al corso? In media 15...
  • Il web 2.0 ci cambierà la vita (2008)

    Il ricercatore scientifico legge? Deve leggere, è uno dei suoi obblighi in un certo senso. Diversamente, non sarebbe aggiornato. I vostri utenti leggono con regolarità le riviste mediche o al bisogno, per trovare informazioni? È difficile rispondere alla domanda, perché avendo ormai tutti il collegamento elettronico, sfuggono ad un nostro controllo. Direi, comunque, che leggono senz’altro un certo numero di riviste, che ogni utente sceglie e continua a seguire nel tempo con regolarità. Molti, per esempio ricevono gli e-alert sugli aggiornamenti. Le altre riviste, quelle considerate un po’ più marginali rispetto al proprio lavoro, vengono consultate al bisogno, per esempio per fare una ricerca; e a questo punto, noi ce ne accorgiamo, perché ci chiedono anche copie di lavori che non abbiamo. Dunque, i ricercatori ne fanno un uso abbastanza informato… Sicuramente. E questo anche grazie alla partecipazione ai corsi di formazione che noi organizziamo...
  • Indovina chi viene in Biblioteca? (2008)

    Il personale ospedaliero legge? Il personale ospedaliero legge abbastanza, poi molto dipende dalla specialità di cui fa parte: è chiaro che un medico che fa ricerca è più portato a mantenere un aggiornamento costante in campo scientifico. Leggono molto gli studenti del corso di laurea in scienze infermieristiche, che frequentano la biblioteca per la preparazione degli esami o la redazione della loro tesi. Cosa porta medici, infermieri, farmacisti o dirigenti sanitari in Biblioteca? Dipende dall’utente, i medici vengono soprattutto a recuperare degli articoli precisi, di cui hanno già i riferimenti bibliografici, ma non mancano casi di medici che vengono a sfogliare l’ultimo numero della rivista della loro specialità o di pubblicazioni importanti come The Lancet, BMJ, New England, per il piacere dell’aggiornamento. Diverso è il discorso per quanto riguarda gli studenti che, oltre al recupero di articoli precisi, molto spesso chiedono un aiuto nella ricerca nelle banche dati a nostra disposizione o nel nostro catalogo...
  • Competenza, sicurezza, efficacia (2008)

    [...] Nella sua esperienza, esistono differenze evidenti tra i “reading habits” di medici e quelli di altri operatori sanitari? Sicuramente: il medico da sempre è abituato allo studio, quindi alla valutazione, alla selezione, alla sintesi. Ciò lo rende in grado di potersi dedicare in maniera più mirata alla lettura di testi o riviste scientifiche, possedendo il background necessario per estrapolare le notizie utili al suo aggiornamento senza un dispendio di tempo e di energie troppo elevato. Anche tra gli infermieri professionali di ultima generazione ed i fisioterapisti, almeno nella realtà di Ferrara, si sta nettamente ampliando la fascia di coloro che ritengono prioritario un aggiornamento costante attraverso la lettura di periodici scientifici e la ricerca efficace di letteratura. Per quanto riguarda la scelta delle letture, nonostante la consapevolezza che l’inglese sia la lingua scientifica per antonomasia, c’è comunque la tendenza a preferire, comprensibilmente, materiali in lingua italiana e a stampa. Così come chi utilizza la rivista elettronica tende, in fase di studio, a preferire il contatto fisico con la carta....
  • Meno scaffali più computer…(2008)

    Chi frequenta la Biblioteca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma? Principalmente i nostri studenti e specializzandi. Gli studenti vengono qui soprattutto per studiare per gli esami, quasi sempre portandosi i propri libri. Vengono anche utenti esterni di altre facoltà romane che hanno bisogno delle nostre risorse. Non soltanto, però, studenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria, dal momento che le nostre strutture didattiche ospitano anche dei corsi della facoltà di Economia. E i medici, infermieri e farmacisti? Soprattutto medici e docenti si collegano online alle risorse della Biblioteca, perché hanno poco tempo per venire in Biblioteca. In generale, il personale sanitario è sempre più abituato a utilizzare internet per le proprie ricerche bibliografiche. Gli infermieri, non avendo tutti a disposizione una postazione dotata di computer, non consultano molto le risorse elettroniche...
  • Bibliotecario medico-scientifico. Chi è costui? (2009)

    Sul portale del vostro Ospedale [Ospedale Bambin Gesù IRCCS] avete inserito molti materiali di supporto alla ricerca delle fonti bibliografiche, con tutorial che spiegano passo dopo passo come condurre una ricerca avanzata. Avete avuto un feedback sul loro utilizzo? È importante distinguere la biblioteca medica dell’ospedale dalla Medical library del nostro portale, poiché la seconda è un servizio rivolto principalmente agli utenti esterni. Le banche dati e le collezioni di riviste sono su una piattaforma controllata dal distributore e non da noi. La base dati CINAHL è ampiamente utilizzata anche dagli infermieri interni che, al momento, rappresentano una categoria professionale che sta molto crescendo nella formazione, sui tutorial, in particolare, non ho un feedback preciso: so che sono adoperati, ma forse non in modo ottimale… Che vuol dire? Sono molto ben fatti, ma con l’esperienza maturata in anni di corsi di formazione rivolti agli operatori sanitari, posso dire che le slide e i video tutorial creati dai distributori sono molto meno utili ai nostri utenti degli stessi strumenti prodotti dai professionisti dell’informazione. Abbiamo iniziato a fare formazione interna, organizzando corsi in cui venivano presentate le risorse della biblioteca ed i servizi a disposizione dell’utenza e l’agente di un editore, su nostro invito, illustrava un loro prodotto, da noi acquisito, spiegandone le modalità di utilizzo. In quei contesti, mi sono resa conto che, nonostante le presentazioni del relatore esterno fossero belle, interessanti e ineccepibili, l’obiettivo non veniva raggiunto e che, forse per un approccio più da venditore che da formatore, chi spiegava non era efficace come può esserlo un bibliotecario...
  • Biblioteche mediche, documentalisti e nuovi bisogni di aggiornamento (2021)

    [...] Orientarsi in questo oceano di pubblicazioni e mantenersi al passo delle conoscenze, quindi, è sempre più difficile. Per questo il ruolo dei documentalisti acquisisce sempre maggiore importanza, in quanto responsabili del processo di selezione delle riviste da includere ed escludere dagli archivi delle biblioteche biomediche e per le loro capacità di utilizzare i filtri di ricerca che permettono di individuare le fonti più adeguate sulla base degli interrogativi formulati dai medici. Queste competenze non solo permettono ai documentalisti di aiutare gli operatori sanitari in caso di problematiche di tipo clinico, ma rivestono un ruolo centrale anche nella definizione dello stato dell’arte circa un dato argomento oggetto di un progetto di ricerca. Per capire cosa è già noto e cosa deve essere ancora chiarito o scoperto....
  • Le biblioteche biomediche (1988)

    Presentazione. Questo numero del Bollettino contiene alcuni contributi di bibliotecari biomedici. Poiché a novembre si terrà a Bologna la Seconda Conferenza Europea delle Biblioteche Biomediche, l'Associazione ha voluto così contribuire all'informazione sull'attività professionale in questo speciale settore. Ci siamo prefissi di illustrare ai Colleghi chi siamo, cosa facciamo e quali sono i nostri problemi, piuttosto che dipanare argomenti di esclusiva pertinenza delle biblioteche biomediche.
  • Bioinformatics opportunities for health sciences librarians and information professionals (2004)

    Esistono due ruoli molto diversi per i professionisti dell'informazione sanitaria che sostengono gli sforzi di ricerca e sviluppo in bioinformatica. Il primo è il ruolo più tradizionale perseguito nelle biblioteche accademiche di scienze della salute e nelle biblioteche aziendali. In questo ruolo, le responsabilità professionali si concentrano tipicamente sullo sviluppo della raccolta e sull'insegnamento, anche se queste attività richiedono un'istruzione o una formazione supplementari per il bibliotecario che supporta i clienti della bioinformatica. Il secondo ruolo è più spesso visto in strutture di ricerca e sviluppo o ambienti clinici, in cui il professionista dell'informazione è attivamente coinvolto nel processo di ricerca e gestione del progetto. Le responsabilità di questo ruolo possono includere il coinvolgimento nella ricerca della letteratura primaria o delle banche dati di sequenze genomiche, la gestione dei dati e delle conoscenze e la comunicazione e la scrittura tecnica collaborativa. Significativamente, questo secondo ruolo assomiglia più da vicino a quello dell'"informazionista", come indicato da Davidoff e Florance, in cui il professionista dell'informazione possiede sia una conoscenza di dominio significativa in scienza dell'informazione che competenze tecniche o biologiche specifiche, compresa la comprensione delle conoscenze applicate nella ricerca o nel contesto clinico.
  • Conoscere gli utenti per comunicare la biblioteca: il potere delle parole per misurare l'impatto (2019)

    In questi anni nella biblioteconomia italiana ha cominciato a diffondersi una diversa cultura della valutazione nella quale il tema dell'impatto sociale e dell'analisi dell'utenza sono diventati centrali. Centrali dal punto di vista teorico, tuttavia ancora marginali nella pratica della ricerca empirica a causa di una scarsa diffusione degli strumenti che ne facilitino l'applicazione nei diversi contesti. A fronte di questa evidenza si è diffusa una sensibilità verso le tecniche qualitative ed è avvertita l'urgenza e la necessità della comunità professionale di approfondire non solo le caratteristiche del metodo ma anche i percorsi e i temi di ricerca possibili: l'analisi dell'utenza potenziale, lo studio dei bisogni della comunità, l'approfondimento della percezione, dell'identità e del radicamento, lo studio delle biblioteche come organizzazioni. Il volume si focalizza su questi temi e in particolare su quello dell'impatto, da intendersi non solo come una misura ma anche come potente strumento di comunicazione che può favorire il riconoscimento della presenza stabile e capillare delle biblioteche e un allontanamento della marginalità alla quale a volte sembrano essere destinate.    
  • Carte del nuovo mondo: banche dati e open access (2017)

    Lungi dall'essere soltanto contenitori tecnologicamente efficaci, le banche dati trasformano il contenuto stesso mentre lo ricevono e lo diffondono. L'Open Access ha affrontato la questione ridefinendo valori e prezzi, diritti e regole d'uso, offrendo trasparenza e accessibilità a tutti, a scienziati, studiosi, insegnanti, studenti, e a ogni mente curiosa. Il libro traccia una storia delle banche dati attraverso esperienze radicate nei luoghi e nelle comunità: dalla città-laboratorio di Los Alamos alle prestigiose università statunitensi; dall'ospedale di Bethesda, il più grande del mondo, all'information retrieval degli anni Sessanta, all'olio di Lorenzo e al Progetto Genoma. Il sapere più prezioso è ora disponibile liberamente nei repository
  • Il bibliotecario documentalista formatore e la formazione degli operatori (sanitari e non)

    L'introduzione nel 2003-2004 dell'ECM, ovvero dell'obbligo della formazione continua con crediti per i professionisti sanitari del SSN, ha introdotto la contraddizione per cui i bibliotecari documentalisti sono spesso formatori degli operatori del SSN anche se non obbligati essi stessi alla formazione (né riconosciuti giuridicamente come operatori del SSN). Questa situazione riguarda quasi tutti i bibliotecari documentalisti che lavorano in biblioteche di qualità e/o sono professionisti di spessore. In questa piattaforma solo qualche esempio, ma sono molti e molti di più: - Fare formazione per/con gli editori - Formazione & Informazione - La formazione della Biblioteca Virtuale per la Salute – Piemonte, BVS-P - La formazione fatta dalle biblioteche BiblioSan - La formazione fatta dall'Istituto Superiore di Sanità, ISS - La formazione del Network Bibliotecario Sanitario Toscano, NBST - La formazione negli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, IZS - La formazione nel mondo Evidence based Medicine, EBM - La formazione ai formatori su temi specifici ...
  • Documentazione scientifica e banche dati biomediche: Create, Collect and Search [2019]

    I biblio-documentalisti biomedici svolgono molta attività di formazione sia in presenza che a distanza. Talvolta vi è una collaborazione attiva con gli editori commerciali come in questo caso con Springer Healthcare Italia. La presentazione dell'esempio "tipo":"La ricerca bibliografica è un’importante necessità che spinge il professionista sanitario a navigare in Internet, dove si possono reperire, più o meno facilmente, articoli full-text, riassunti o semplici citazioni, contenuti in banche dati bibliografiche. Tuttavia, il sovraccarico informativo (cosiddetto “information overload”) richiede delle competenze che consentano di affrontare la quantità e la complessità delle informazioni e di individuare le informazioni di qualità. Per fare una buona ricerca è innanzitutto necessario scegliere con accuratezza le fonti (banche dati bibliografiche) e, in secondo luogo, sviluppare una corretta strategia di ricerca. La scelta della banca dati dipende strettamente dal tipo di quesito cui si vuole trovare risposta. In questo corso sarà affrontato il tema della ricerca bibliografica nelle principali banche dati, con l’obiettivo di fornire alcuni strumenti conoscitivi utili per agevolare l’accesso alla letteratura scientifica, lo sviluppo di un approccio critico alle evidenze e un interesse maggiore per la letteratura scientifica. Dato l’ampio interesse al tema, come dimostrato dai risultati dello stesso corso tenutosi nel 2018, che sono stati inclusi nella rilevazione dei fabbisogni, i destinatari del corso sono stati ampliati per includere tutte le professioni. Le conoscenze e competenze acquisite potranno favorire lo sviluppo professionale e l’applicazione delle evidenze scientifiche, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi offerti, tramite l’adozione di pratiche evidence based"
  • Il bibliotecario dell'EBM. Cochrane Library. Manuale d'uso [2020]

    Dagli anni '90, con l'affermarsi dell'Evidence Based Medicine, ovvero Medicina basata sulle prove di efficacia , il bibliotecario documentalista biomedico ha svolto un ruolo sempre più importante in molte organizzazioni nei gruppi di lavoro sulle revisioni sistematiche della letteratura, come esperto in ricerca bibliografica nelle basi dati specialistiche e contributo alla selezione degli articoli. Tale ruolo è talora riconosciuto. Ne sono un esempio le autrici della presentazione sulla Cochrane Library allegata, fra le pioniere in Italia appartenenti al gruppo Cochrane Italia : Vanna Pistotti e Chiara Bassi
  • Hai un problema? Chiedi al bibliotecario! Bibliotecari biomedici: una guida a cambiamento [2015]

    Il tascabile di Barbara Martin e Cristian Lo Iacono – dal titolo Bibliotecari biomedici: una guida al cambiamento – costituisce un’analisi dettagliata e rigorosa relativa a un aspetto importante del mondo delle biblioteche: il bibliotecario biomedico. Questa professione non è ancora prevista dalla legislazione italiana e non vi è un termine che la rappresenti in n modo chiaro. In genere si intende un bibliotecario “prestato” al campo della sanità e che opera in contesti ospedalieri, aziende sanitarie o di centri di ricerca. Si tratta quindi di un bibliotecario di frontiera, di confine che promuove informazione scientifica di qualità. Informazione scientifica che ha visto un notevole ampliamento dell’offerta con l’avvento di strumenti sempre più web 2.0 oriented, mettendo tutto a disposizione a portata di un click. È quindi cambiato il ruolo del bibliotecario biomedico? In fondo no. Il moderno bibliotecario fa il lavoro che ha sempre fatto e cioè quello di assicurarsi che i propri utenti abbiano l’informazione di cui necessitano in tempi rapidi, nel formato che trovano più utile. Quello che di sicuro è cambiato, e sta cambiando, è il contesto ove il bibliotecario si trova ad operare; le Biblioteche, in particolare quelle biomediche, sono entità locali in un mercato dell’informazione e della conoscenza che è globale e viaggia prevalentemente sulla rete. Per tale motivo i due autori partono sin da subito mettendo in primo piano la necessità di comprendere i bisogni informativi dei propri utenti spostandosi sempre più da modelli centrati sul sistema, con interventi a pioggia, verso modelli dove l’utente e le sue esigenze diventano il fulcro centrale del proprio lavoro. Tale visione definita dai nostri autori “olistica”, permette, in tempi di risorse scarse e tagli radicali alle risorse, di decidere quali risorse acquistare e gestire favorendo la cooperazione fra biblioteche e la nascita di consorzi tra di esse (ad esempio, il Sistema Bibliotecario Biomedico Lombardo e Bibliosan). Qui entra in pieno gioco la conoscenza della propria utenza, ma anche la conoscenza dell’istituzione ove il bibliotecario si trova a operare. Infatti, sempre più attivamente le biblioteche biomediche intervengono nelle varie fasi di recupero e valutazione della produzione scientifica. Questo fornisce una visione a 360 gradi del proprio lavoro e contributo: dalla ricerca bibliografica, alla stesura dell’articolo, al supporto al processo di pubblicazione e, infine, alla valutazione del suo impatto. Il tutto nasce dalla stessa esigenza di sempre: fornire risposte in tempi brevi a clinici, ai ricercatori, agli infermieri che necessitano di risposte immediate ai loro quesiti medico-scientifici. I bisogni informativi del personale sanitario richiedono tempi rapidi, spesso al letto del paziente, basate su prove di efficacia e tratte dai principali database biomedici e farmaceutici.La maggior parte dei sanitari, ancora oggi, non acquisisce particolare dimestichezza nell’uso delle banche dati durante il proprio corso di studi. Per il professionista sanitario, quindi, il problema non è l’accesso all’informazione ma la sua selezione e comprensione senza inutili perdite di tempo e di energie. Tutto ciò richiede in primis una costante formazione del bibliotecario stesso. L’aggiornamento è la prima sfida per il bibliotecario e il documentalista biomedico. Formazione continua che segue i mutamenti delle banche dati, delle piattaforme di accesso alle risorse in un continuum di webinars, seminari, conferenze, convegni anche all’estero. Troppo spesso tale formazione è lasciata alla libera iniziativa del bibliotecario che segue percorsi da “autodidatta” in base ai mutamenti editoriali più che un preciso percorso di crescita. Visto in quest’ottica il ruolo del bibliotecario biomedico muta nello scenario contemporaneo. Come sottolineato dai due autori oltre al supporto nell’acquisizione documentale del Document Delivery, alla gestione dei cataloghi e loro aggiornamento, alla gestione degli acquisti, si affianca un ruolo fondamentale: quello del bibliotecario formatore. In tale veste il bibliotecario non fornisce solo “corsi” sulle banche dati biomediche e le risorse della biblioteca ma diventa un ponte, un tramite verso un mondo sempre più informatizzato. Il passaggio dalla carta all’online ha sì permesso al ricercatore un recupero immediato della documentazione scientifica ma allo stesso tempo ha messo in luce la scarsa dimestichezza dei clinici all’uso delle risorse elettroniche. Nel contempo i bibliotecari biomedici dovranno sempre più affrontare una nuova generazione di digital natives ove la funzione sarà quella di indirizzare l’informazione verso un uso costruttivo e partecipato dei social media non solo per aumentare la visibilità dei ricercatori, ma anche per la possibilità di fare rete in cui i clinici si scambiano informazioni dati e contenuti. E i pazienti ? Proprio attraverso l’uso dei social media, delle pagine Facebook dei nostri enti o delle biblioteche e dei blog, è possibile dare informazioni in modo semplice ma al contempo accurato sulle nuove scoperte evitando ai pazienti la ricerca forviante sul web. D’altra parte alcune biblioteche all’interno dei propri ospedali hanno da tempo aperto punti informativi per i pazienti a con l’obiettivo principale di fornire informazioni scientifiche di qualità, mirate e personalizzate e, contestualmente, di offrire un servizio di accoglienza ai pazienti, familiari e cittadini. Per quest’ultimo e per la disamina precedente il bibliotecario biomedico dovrebbe essere maggiormente coinvolto nei progetti di ricerca. Non solo per gli aspetti di ricerca veri e propri, o della raccolta dati, ma anche per quello che gli autori definiscono il passaggio dalle competenze alle capacità di chi mette a disposizione le proprie conoscenze ad altri professionisti per produrre dei risultati in ambito clinico o di ricerca. Parola chiave diventa reciproca fiducia. Per tutto il resto vale sempre il motto del bibliotecario: hai un problema? Chiedi in biblioteca!
  • SBBL, Sistema Bibliotecario Biomedico Lombardo [1994-]

    SBBL è la biblioteca biomedica di Regione Lombardia, ovvero il sistema di biblioteche biomediche creato negli anni '90 dalla Regione Lombardia allo scopo di offrire una corretta e aggiornata documentazione scientifica e clinica al personale sanitario operante nelle strutture sanitarie lombarde pubbliche e/o accreditate. Attraverso una rete di biblioteche e centri di documentazione aderenti a SBBL, la Regione garantisce agli operatori la possibilità di un supporto scientifico alle decisioni cliniche complesse e la formazione continua permanente, nel quadro della medicina basata sulle evidenze. SBBL rappresenta un significativo e strategico punto di riferimento per la gestione della Sanità in Lombardia che punta sulla cultura e sull’aggiornamento professionale degli operatori sanitari per incidere sul livello qualitativo delle prestazioni sanitarie.
  • Formazione & Informazione: Ufficio Formazione & Biblioteca scientifica

    Vi sono organizzazioni del SSN, di medio-piccola dimensione o caratterizzate da flessibilità organizzativa, in cui la Biblioteca, che si occupa dell'aggiornamento continuo del personale, e l'Ufficio Formazione, che provvede alla formazione continua ECM, sono strettamente interdipendenti [e diretti dalla stessa persona]. Una di queste è l'IRCCS Neurologico Casimiro Mondino di Pavia
  • If they don’t know what you’re doing, then tell them! part of the issue Library Marketing (2011)

    Imparare a fare un buon marketing in biblioteca è fondamentale. in questo numero di Elsevier's Library Connect giugno 2011, alcuni  articoli sull'argomento. Di seguito: "Se non sanno cosa stai facendo, allora diglielo! Un primer su come iniziare il marketing" Zuzana Helinsky, Library Consultant, zh Consulting, Lund, Svezia  Altrettanto importante è imparare a misurare l'impatto delle biblioteche
  • Bibliosan - Le Biblioteche in rete degli Enti di Ricerca Biomedici Italiani [2003-]

    Dal sito BiblioSan.it "Il Sistema Bibliosan, promosso dal Ministero della Salute, si avvale della rete delle biblioteche degli Enti di ricerca biomedici italiani. A Bibliosan aderiscono le biblioteche degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS), dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dell’Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) e l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
  • GIDIF RBM logo e immagine

    GIDIF-RBM, Gruppo Italiano Documentalisti dell’Industria Farmaceutica e degli Istituti di Ricerca Biomedica

    Il Gruppo Italiano Documentalisti dell’industria Farmaceutica e degli Istituti di Ricerca Biomedica (GIDIF-RBM) è, dal 1985, l'associazione dei bibliotecari documentalisti biomedici italiani.
  • EAHIL, the European Association for Health Information and Libraries

    L'EAHIL, associazione europea delle biblioteche biomediche, nasce nel 1986 per riunire bibliotecari e professionisti dell'informazione che lavorano nelle biblioteche di scienze mediche e sanitarie in Europa. A tutt'oggi, l'Associazione conta circa 1900 membri provenienti da 64 paesi. Un folto gruppo di bibliotecari documentalisti italiani è stato ed è attivo nell'associazione nel ruolo di Presidente, Comitato direttivo, nei vai gruppi di interesse, nel Council e nel giornale dell'associazione e in altre attività.