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Oggetto è esattamente
Associazioni bibliotecarie
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I° Convegno dei Documentalisti operanti nell'Industria Farmaceutica e negli Istituti di Ricerca Biomedica (1983)
Nel 1983 un gruppo di bibliotecari documentalisti operanti in case farmaceutiche, Istituti Zooprofilattici, Istituti di ricerca e Cura, Ospedali e Università organizzano un convegno per affrontare le tematiche legato all'avvento delle banche dati biomediche e ai sistemi di collegamento a distanza e dei primi tentativi di automazione. Vi era la necessità di formare nuovi professionisti esperti nelle metodologie di ricerca dell'informazione biomedica. Nel 1985 si costituisce il GIDIF RBM -
How the New Web Generations are Changing Library and Information Services (2010)
LA RIVOLUZIONE DEL WEB 2.0 NELLE BIBLIOTECHE E NEI CENTRI DOCUMENTAZIONE (2008) Il gruppo di studio Gidif, Rbm sul Web 2.0, ha partecipato al Convegno EAHIL nella sezione dedicata alla nuove tecnologie con una presentazione orale, proponendo l’analisi di alcuni nuovi trend e la risposta socio-attitudinale dei fruitori al loro utilizzo. Il professionista dell’informazione è testimone dell’evoluzione delle potenzialità dei sistemi quali la posta elettronica, le chat lines e le liste di distribuzione ed è attore della disseminazione efficace dell’informazione attraverso i linguaggi di marcatura e le modalità ipertestuali. I nuovi tools descritti ed analizzati nella presentazione, sono strumenti perfettamente compatibili con la professione di bibliotecario/documentalista, anzi ne esaltano ruolo e professionalità. Presentato a XI EAHIL Congress – New Information Space Innovation and Renovations- Helsinki (Finland), 23-28 June 2008. Journal of European Association of Health Information and Libraries, 2009, 5 (1), 3 Medical Reference Services Quarterly 2010, 29 (2), 132 -
Consumer and Patient Health Information Services Caucus (2001)
The Consumer and Patient Health Information Services Caucus (CAPHIS) connects health sciences librarians and other consumer health information specialists with a forum, educational opportunities, and specific resources for patients, their families, and other consumer health information users. -
Biblioteche digitali e oltre: dati aperti e interconnessi (2021)
Le biblioteche-centri di documentazione biomedica e i professionisti che vi operano, si trovano spesso al centro di cambiamenti che devono essere interpretati e colti, se possibile anticipati. L'applicazione della tecnologia LOD e l'integrazione fra diversi tipi di risorse offre grandi possibilità e prospettive non solo in termini di ampliamento di servizi che le biblioteche offrono agli utenti ma anche di valorizzazione dei patrimoni culturali e documentali delle organizzazioni cui afferiscono, siano esse ospedali o servizi territoriali, IRCCS, università, centri privati o case farmaceutiche. Il workshop su “Biblioteche digitali e oltre: dati aperti e interconnessi. Esperienze e nuove direzioni per il biomedico”, che il GIDIF RBM ha organizzato iI 23 giugno 2021 su piattaforma Zoom, data la perdurante pandemia, è dedicato alle applicazioni basate su tecnologia Linked Open Data e ai nuovi confini che si estendono anche per l’informazione biomedica. Lo scopo del workshop è quello di prospettare la transizione dalla teoria alla pratica di tale tecnologia applicata alle biblioteche-centri di documentazione, attraverso il confronto fra ditte e organizzazioni di cura e gli spazi di libertà e credibilità che i biblio-documentalisti riusciranno a conquistarsi grazie alle loro competenze, curiosità e l’attitudine all'incrocio dei saperi. -
GIDIF-RBM logo
Logo GIDIF-RBM, Gruppo Italiano Documentalisti Industria Farmaceutica Ricerca Biomedica (dal 1985) -
Biblioteche mediche, documentalisti e nuovi bisogni di aggiornamento (2021)
[...] Orientarsi in questo oceano di pubblicazioni e mantenersi al passo delle conoscenze, quindi, è sempre più difficile. Per questo il ruolo dei documentalisti acquisisce sempre maggiore importanza, in quanto responsabili del processo di selezione delle riviste da includere ed escludere dagli archivi delle biblioteche biomediche e per le loro capacità di utilizzare i filtri di ricerca che permettono di individuare le fonti più adeguate sulla base degli interrogativi formulati dai medici. Queste competenze non solo permettono ai documentalisti di aiutare gli operatori sanitari in caso di problematiche di tipo clinico, ma rivestono un ruolo centrale anche nella definizione dello stato dell’arte circa un dato argomento oggetto di un progetto di ricerca. Per capire cosa è già noto e cosa deve essere ancora chiarito o scoperto.... -
Le biblioteche biomediche (1988)
Presentazione. Questo numero del Bollettino contiene alcuni contributi di bibliotecari biomedici. Poiché a novembre si terrà a Bologna la Seconda Conferenza Europea delle Biblioteche Biomediche, l'Associazione ha voluto così contribuire all'informazione sull'attività professionale in questo speciale settore. Ci siamo prefissi di illustrare ai Colleghi chi siamo, cosa facciamo e quali sono i nostri problemi, piuttosto che dipanare argomenti di esclusiva pertinenza delle biblioteche biomediche. -
Tra biblioteche l’unione fa la forza [2008]
Il ruolo degli editori commerciali, almeno alcuni, nel promuovere e sostenere la figura del bibliotecario della salute è, da sempre, molto importante. Il Pensiero Scientifico editore ne è un esempio. Le interviste ai bibliotecari documentalisti biomedici del Pensiero Scientifico hanno fatto storia... -
GIDIF-RBM, Gruppo Italiano Documentalisti dell’Industria Farmaceutica e degli Istituti di Ricerca Biomedica
Il Gruppo Italiano Documentalisti dell’industria Farmaceutica e degli Istituti di Ricerca Biomedica (GIDIF-RBM) è, dal 1985, l'associazione dei bibliotecari documentalisti biomedici italiani. -
COVID19. Racconti di scienza, medicina e documentazione [2020]
Testimonianze di professionisti del mondo della documentazione medico scientifica durante la pandemia: medici, editori e naturalmente…bibliotecari documentalisti! Un video realizzato dall'associazione GIDIF RBM in occasione del Convegno Stelline 2020 -
EAHIL, the European Association for Health Information and Libraries
L'EAHIL, associazione europea delle biblioteche biomediche, nasce nel 1986 per riunire bibliotecari e professionisti dell'informazione che lavorano nelle biblioteche di scienze mediche e sanitarie in Europa. A tutt'oggi, l'Associazione conta circa 1900 membri provenienti da 64 paesi. Un folto gruppo di bibliotecari documentalisti italiani è stato ed è attivo nell'associazione nel ruolo di Presidente, Comitato direttivo, nei vai gruppi di interesse, nel Council e nel giornale dell'associazione e in altre attività. -
Healthcare Librarians - CILIP: the library and information association, UK
IL CILIP, Chartered Library and Information Association, è l'associazione dei bibliotecari del Regno Unito. Dal CILIP, settore biomedici, dice riguardo ai Bibliotecari del settore sanitario: "Vi è un'ampia gamma di ruoli per i professionisti della biblioteca e del l'informazione nel settore della sanità e del l'assistenza che vanno dai più tradizionali ruoli di biblioteca fino alla gestione della conoscenza. I ruoli nell'assistenza sanitaria si concentrano sulla fornitura di conoscenze e informazioni per sostenere il processo decisionale basato su prove ed è necessaria una certa conoscenza del settore sanitario e di un buon occhio per le statistiche, per avere successo in questi ruoli.Lavorare in questo settore comporta quasi sempre la collaborazione con altre discipline, bisogna essere un buon giocatore di squadra con eccellenti capacità comunicative. I bibliotecari sanitari sono spesso tenuti a supportare i clinici nelle ricerche bibliografiche e anche a formarli...Dal sito:Healthcare librariansThere is a broad range of roles for library and information professionals in the health and care sector ranging from more traditional library roles through to knowledge management. Roles in healthcare focus on providing knowledge and information to support evidence based decision making and you’ll need some knowledge of the healthcare sector and a good eye for statistics to be successful in these roles. Working in this sector almost always involves collaborative working with other disciplines, so you’ll need to be a good team player with excellent communication skills. Healthcare librarians are often expected to train and assist clinicians in the use of resources and literature searching as well. Job titles you’ll find in the healthcare sector include; clinical librarian, knowledge manager, outreach librarian, patient information specialist, public health evidence and knowledge specialist or primary care librarian. Qualifications and experience An accredited degree or postgraduate qualification in library and information science is usually required. Many employers also look for CILIP Chartership or a willingness to work towards Chartership for higher-grade roles. -
La certificazione delle competenze professionali. 53° Congresso AIB. La scelta di AIDA [2007]
Nel 2007 associazioni come AIDA e GIDIF RBM percorrevano la via della certificazione, via che non ebbe seguito... Sosteneva Ferruccio Diozzi al 53° congresso AIB: Diversi anni fa l'Associazione Italiana Documentazione Avanzata, ha iniziato ad occuparsi di politiche della certificazione delle competenze professionali degli specialisti dell'Informazione e della Documentazione. La scelta dell'AIDA è stata basata su di una considerazione di carattere generale: la specificità delle nuove professioni quale il documentalista, richiedeva la definizione di modelli diversi da quelli che, tipicamente, tutelavano e tutelano le professioni tradizionali. La capacità di certificare le competenze professionali, in adesione ad un sistema quale CERTIDoc che si va sperimentando con successo in Europa, rappresenta per l'AIDA una garanzia di sviluppo della professione e di rafforzamento della sua immagine nella società. Di qui l'impegno di AIDA che, in accordo ad altre associazioni, sta culminando nella creazione di uno specifico organismo di certificazione italiano che darà attuazione pratica a questa scelta. Naturalmente AIDA conosce le diverse opinioni presenti nel dibattito italiano sulla fisionomia professionale degli specialisti dell'informazione e, proprio in questa sede, desidera confrontare i rispettivi modelli. -
La formazione professionale del bibliotecario-documentalista in Italia. Riferimenti all'ambito biomedico [1986]
Uno dei problemi maggiori della professione del bibliotecario documentalista biomedico è la mancanza di un curriculum studiorum ben preciso. Il lavoro di bibliotecario documentalista biomedico spesso si impara sul campo o dai colleghi o tramite corsi su alcuni argomenti. Nel 1984, allo storico convegno organizzato dalla Commissione Biomediche dell'Associazione Italiana Biblioteche sulle biblioteche biomediche, ne parlano con competenza, preoccupazione e speranza Gioia Tavoni e Valentina Comba. -
GIDIF-RBM: trent'anni di attività (1985-2015)
GIDIF-RBM (acronimo italiano che sta per Gruppo italiano documentalisti dell'industria Farmaceutica e degli Istituti di ricerca Biomedica) è un'associazione nata nel 1985, impegnata a sostenere e tutelare il ruolo del documentalista bibliotecario che lavora in campo biomedico. L'articolo fornisce una panoramica delle varie iniziative svolte nel corso dei trent'anni di vita dell'associazione, finalizzate allo sviluppo e all'aggiornamento di questa professione. -
La buona informazione è la migliore medicina: dall'integrazione delle informazioni all'integrazione delle conoscenze, a cura del BDS (2001)
Nel 2000 si costituisce a Pisa il BDS, associazione Bibliotecari Documentalisti in Sanità, allo scopo di supportare il riconoscimento di tali professionisti e qualificarne l'attività. Una delle attività più rilevanti è stato il censimento dei servizi di biblioteca del SSN realizzato nel 2000, tramite questionario autorizzato dall'allora Ministro della Salute, on Rosy Bindi. -
Convegno. Infrastrutture informative per la biomedicina: quali servizi per l'utente del 2000?
Il rapporto con gli altri, la comunicazione intesa come 'visibilità' e 'riconoscibilità' è una delle componenti fondamentali del fenomeno Internet. Il diffondersi della posta elettronica, dei newsgroups, delle liste di discussione testimoniano del desiderio di esserci, di comunicare, di farsi conoscere e riconoscere.La diffusione di Internet ha posto le biblioteche e i bibliotecari di fronte a nuove esigenze. Personalmente mi sembra che le potenzialità offerte dalla rete si inquadrino in un processo che ormai ha radici lontane e che ha coinvolto tutti i settori della vita della biblioteca... -
Le Biblioteche per Pazienti in Italia. Esperienze a confronto (2010)
Convegno organizzato il 29-30 ottobre 2010 a Reggio Emilia dalla Biblioteca Medica Pietro Giuseppe Corradini dell'allora Arcispedale Santa Maria Nuova, ora Azienda ospedaliera-territoriale e IRCCS. -
Una professionalità sanitaria: il bibliotecario medico [2001]
Un articolo molto puntuale di Maria Cristina Bassi, Servizi bibliotecari del Politecnico di Milano. In un editoriale di qualche mese fa su Annals of Internal Medicine dal titolo : “The informationist : a new health profession”, Davidoff e Florance hanno cercato di focalizzare il ruolo, le competenze e il curriculum formativo del Bibliotecario o Documentalista nell’ambito delle attività sanitarie. Siamo ancora alla ricerca di un termine che ne riassuma le nuove molteplici funzioni ed il neologismo Informazionista (clinico) non sembra pienamente azzeccato. Il tema però è piuttosto stimolante perché la figura di un professionista responsabile del recupero e implementazione di informazioni scientifiche è fondamentale per supportare la moderna attività clinica. L’importanza del lavoro dei bibliotecari è sottolineata dalla inchiesta sugli ospedali di Rochester (N.Y.) di alcuni anni fa la quale rivelò che le informazioni attinte in Biblioteca permisero all’80% dei medici intervistati di gestire in modo diverso la cura per pazienti mentre il 97 % di essi dissero che le informazioni fornite dai bibliotecari ospedalieri contribuirono a migliori decisioni cliniche ; le informazioni attinte erano giudicate più importanti di quelle date dalla radiologia, dagli esami di laboratorio e dalle discussioni con i colleghi; per l’ 85% dei medici fecero loro risparmiare tempo e per il 93% fornirono nuove conoscenze con risparmio di costi e miglioramento nella cura per i pazienti. Il lavoro di documentazione aveva permesso secondo il 19.2% di evitare mortalità dei pazienti, nel 21.2% di evitare atti chirurgici, nel 45.1% di evitare test o procedure aggiuntive, nel 29.3% il cambiamento nella diagnosi e nel 71.6% il cambiamento nelle prescrizioni per i pazienti. Negli ultimi tempi l’avvento delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione ha reso sempre più strategico il valore della conoscenza, tanto più nell’ambito medico dove la salvezza di vite umane spesso dipende dalla capacità di avere l'informazione giusta in modo rapido. Si impone dunque un cambio radicale dei profili professionali connessi con il trattamento e la distribuzione dell’informazione stessa, in particolare del bibliotecario/documentalista che dovrà essere sempre aggiornato nei rapidi cambiamenti dei prodotti e delle reti informative. Da quando le nuove tecnologie mettono l’utente in grado di provvedere in proprio al soddisfacimento dei bisogni informativi, il documentalista ha dovuto riconvertirsi da mediatore fra l’informazione e l’utenza a elaboratore dell’informazione e produttore di nuovi contenuti. Se la comparsa dei supporti elettronici, delle reti locali, di Internet, e di una personale biblioteca elettronica ha infatti minacciato il ruolo statico che i più attribuivano al bibliotecario, ha anche messo in evidenza una nuova professionalità giocata proprio nell’ambito del digitale e della cybermedicina. I bibliotecari biomedici, oltre a recuperare la documentazione, sono capaci di monitorare l’evoluzione e il reale apporto dei nuovi media, studiano le migliori strategie di diffusione, conservazione e fruibilità delle informazioni e possono svolgere il ruolo didattico per il loro reperimento attraverso corsi (sull'uso delle basi di dati, recupero della letteratura, valutazione degli studi pubblicati) e, per le risorse online, attraverso la segnalazione di siti che danno informazione di qualità. Venendo a ciò che è disponibile gratuitamente sulle reti, chi, se non un professionista dell'informazione, è in grado, con tempismo e affidabilità, di selezionare e segnalare ai medici ed ai pazienti, secondo criteri di qualità, i siti d'interesse in Internet? Nel “mare magnum” dell'informazione scientifica come può un utente, ricercatore o medico, che ha poco tempo ed esigenze diversificate, orientarsi e sapere rapidamente se esiste ciò che cerca, individuarlo e recuperarlo? (R. Aprea www.oncoweb.it/frames/colloquio/aprea.htm) La Biblioteca resta fondamentale come magazzino-laboratorio per informazioni e documentazioni e per l'aggiornamento di professionisti che necessitano di conoscenze rapide e in continua evoluzione. Questo anche alla luce dell’importanza della medicina evidence-based (EBM), cioè delle scelte terapeutiche da adottare per i singoli pazienti in base alle prove di efficacia riscontrate nella letteratura scientifica. Come sottolineano ancora R. Aprea e G. Cognetti, bibliotecarie a Roma, l’idea della EBM, di grande attualità, è strettamente legata al problema dei criteri e delle modalità di individuazione delle fonti di informazione scientifica di buona qualità, situazione che richiede la presenza di esperti di documentazione nei gruppi interdisciplinari di ricerca EBM (www.aib.it/aib/editoria/n12/00-11aprea.htm) . Ma qual è la reale situazione delle biblioteche mediche? Il quadro estero appare variegato con un netto predominio dei paesi di cultura anglosassone, soprattutto Stati Uniti e Gran Bretagna che hanno una solida tradizione culturale in ambito bibliotecario con iniziative finanziate a livello istituzionale. Qui il bibliotecario biomedico sin dagli anni Settanta svolgeva un ruolo attivo ed impegnativo, cioè progettava e produceva le più importanti basi di dati del settore, quali il Medline della National Library of Medicine di Bethesda, istituzione in cui operano più di 500 documentalisti. In fondo la ricerca biomedica, ma anche la cura dei pazienti, sarebbero impensabili senza questi poderosi strumenti bibliografici, frutto del lavoro intellettuale dei bibliotecari (R. Aprea, www.oncoweb.it/frames/colloquio/aprea.htm). In Europa, nonostante lo sviluppo molto significativo dell’informatica medica (principalmente nei Paesi Scandinavi, nel Regno Unito, in Germania, Francia e Svizzera), l’integrazione con i servizi di biblioteca deve ancora essere raggiunta. La realtà italiana a confronto con i paesi stranieri appare ancora più desolante, come hanno messo in evidenza G. Cognetti e R. Aprea in una recente inchiesta, da cui emerge un quadro preoccupante del sistema di informazione delle strutture sanitarie italiane che in alcuni casi sono prive di biblioteche, in altri non adeguatamente attrezzate (con scarsi o nulli finanziamenti) e per la maggior parte affidate a personale senza alcuna formazione e competenza specifica. Le principali ragioni sono la mancanza di attenzione riservata ai servizi bibliotecari dal Servizio Sanitario Nazionale italiano e l’assenza di training nelle competenze “di informazione” per gli studenti di medicina e i medici. Eppure il Ministro Veronesi ha voluto che nell'Istituto Europeo di Oncologia, da lui diretto, operasse un bibliotecario inglese, perché in Inghilterra esiste un albo professionale che certifica la qualità del professionista dell'informazione. La parziale privatizzazione degli ospedali sta conducendo ad un controllo più stretto sulla spesa e perciò l’informatica medica dovrebbe essere ripensata per tener conto delle esigenze di questa nuova realtà economica (V. Comba, www.aib.it/aib/boll/1997/97-1-046.htm). Le biblioteche biomediche italiane si possono dividere in due grandi tipologie: Biblioteche universitarie. Le biblioteche dei corsi di laurea in Medicina dipendono dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica come quelle di tutte le altre Facoltà, e non vivono particolari problemi; Biblioteche ospedaliere. Nell’ambito delle biblioteche del Servizio Sanitario Nazionale manca purtroppo un riconoscimento giuridico della figura del bibliotecario/documentalista. La semplice osservazione della legislazione che disciplina il settore mostra quanto sia “indefinita” tutta la questione relativa alla gestione dell’informazione e dell’aggiornamento professionale nel SSN. Infatti, nell’ambito della legislazione sanitaria degli ultimi 30 anni è stato possibile cogliere solo brevi e generici riferimenti alle biblioteche biomediche. Secondo R. Aprea è’ possibile desumere che: le biblioteche nel SSN sono ritenute essenziali, ma non obbligatorie, senza, però, alcuna ulteriore indicazione sulle loro caratteristiche, funzioni e attività; al personale che vi lavora non è richiesta alcuna specifica competenza professionale con la conseguenza che coloro che si trovano ad operare nelle biblioteche del SSN possono, quindi, essere selezionati ed inquadrati in maniera del tutto “discrezionale” da parte delle Amministrazioni. Eterogene e molto improbabili sono, infatti, le qualifiche del personale delle biblioteche: ad es. vigilatrice d’infanzia, ausiliario, infermiere professionale, impiegato di concetto, coadiutore amministrativo ed altro ancora. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la mancanza di un efficace sistema informativo sanitario nazionale capace di attuare un pieno e tempestivo trasferimento dei risultati della ricerca nella pratica clinica e di uniformare la qualità delle prestazioni erogate sul territorio nazionale.. L’importanza del ruolo che svolgono, o dovrebbero svolgere, i bibliotecari/documentalisti (operatori della conoscenza) nel settore sanitario ci viene indicato dagli stessi utenti di queste strutture. Infatti, secondo un’indagine compiuta nel 1997 su un campione di utenti appartenenti a quattro biblioteche di ospedali e/o IRCCS di Roma, la biblioteca appare già come un vero e proprio centro di informazione, non più legato esclusivamente alla semplice funzione di conservazione. Ai bibliotecari, infatti, è richiesta: alta competenza professionale; aggiornamento continuo, soprattutto per quel che concerne l’informazione elettronica; maggiore attenzione allo sviluppo organico delle collezioni; individuazione e recupero rapido della documentazione indispensabile (InterLibraryLoan o prestito interbibliotecario, Document Delivery o fornitura di documenti); formazione degli utenti all’uso dei database e dei nuovi software per la ricerca, il recupero e l’organizzazione delle informazioni bibliografiche attraverso l’organizzazione di corsi e seminari; attenzione all’ammodernamento di strutture e arredi ed alla dotazione di adeguati mezzi tecnici ed informatici; sviluppo di una rete di collaborazioni nazionali ed internazionali per i servizi informativi; maggiore disponibilità di risorse informative online secondo i propri specifici interessi (Aprea, http://www.aib.it/aib/congr/co99aprea.html). I bibliotecari devono dunque sviluppare e fornire nuove forme di contenuti a valore aggiunto e servizi agli utenti nel contesto di educazione all’informatica e di cambiamenti nei formati delle informazioni. Devono lavorare per sviluppare metodi di recupero just-in-time per mettere a disposizione le informazioni nel momento di interesse e per essere coinvolti nell’apprendimento a distanza e nell’educazione permanente. La richiesta di documentazione è tale che ogni biblioteca per quanto ricca non soddisfa le esigenze degli utenti che giustamente non si accontentano degli abstract ; un compito molto importante dei bibliotecari è il recupero dei documenti originali. De Robbio, bibliotecaria universitaria a Padova ha steso un esauriente elenco dei centri (http://www.math.unipd.it/~derobbio/dd.htm) che effettuano o sono intermediari del document delivery . E' possibile ottenere articoli di riviste o di atti di convegni, conferenze, report, tesi o altro materiale con Servizi di Document Delivery a tariffazione differenziata e in modalita' differenti attraverso richieste a Consorzi, grandi Biblioteche o Case Editrici che effettuano Servizi Specializzati. Solitamente il servizio di Fornitura Documenti viene espletato nel giro di 24-48 ore al massimo; per atti di convegni, report o altro materiale simile, o materiale non presente presso il Centro si arriva a 72 ore. Le tariffe variano da centro a centro, dal tipo di servizio, dalla quantita' di pagine che compongono l'articolo, e dalla modalita' con la quale si vuole ottenere l'articolo originale: direttamente sullo schermo via e-mail, via posta tradizionale, con corriere o via fax. I bibliotecari biomedici italiani hanno sviluppato esperienze di grande interesse, anche molto avanzate. Ad esempio, in ambito oncologico, la biblioteca del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e quella dell'Istituto di Ricerca contro il Cancro di Genova hanno sviluppato, in collaborazione con gli psicologi, interessanti iniziative d'informazione al paziente (punto informativo, biblioteca per pazienti, telefono verde collegato alle banche di dati, traduzione in italiano di opuscoli divulgativi, basi di dati di materiale divulgativo, ecc.) (Cognetti, www.oncoweb.it/frames/colloquio/aprea.htm). Molte sono apparse, dunque, in Italia le attività promosse dalle biblioteche biomediche ma, ciò che manca è un sistema organizzato di condivisione delle risorse informative sanitarie, promosso e finanziato a livello istituzionale. L'unico esempio in tal senso si registra in Lombardia. Infatti, Saba Motta della Biblioteca dell'Istituto Besta di Milano ha descritto l'organizzazione e le finalità del Sistema bibliotecario biomedico lombardo (SBBL), che prevede la condivisione delle risorse di 16 fra le più importanti biblioteche sanitarie della regione. Al sistema hanno accesso a livello regionale oltre 100 biblioteche del settore, e ciò permette di garantire agli operatori l'accesso all'informazione biomediche (basi di dati, catalogo collettivo periodici con 5700 titoli, ecc.) e lo scambio della documentazione essenziale. Il caso lombardo rappresenta la punta più avanzata dell'informazione sanitaria italiana, anche valutandolo alla luce dei dati emersi dal primo censimento nazionale delle biblioteche/centri di documentazione del SSN, promosso dal Gruppo BDS (Bibliotecari Documentalisti Sanità – Servizio Sanitario Nazionale) e patrocinato dal Ministero della Sanità. Nella realtà veronese ottimo è il lavoro dei Bibliotecari della universitaria Meneghetti che gestiscono un ricco sito web da cui si è indirizzati per ricerche bibliografiche e assistiti per il copy delivery ( http://www.medicina.univr.it/~biblio/). Gli operatori della Biblioteca dell’AUSL 21 di Legnago hanno sviluppato un programma didattico continuativo con corsi di informatica, di inglese medico e di information technology applicata potendo contare su una aula informatica e un centro audiovisivi; prestano assistenza per la iconografia e la documentazione anche per i medici di base. In fondo il moderno bibliotecario farà il lavoro che ha sempre fatto e cioè assicurarsi che gli utenti abbiano la informazione di cui abbisognano nel momento e nel luogo richiesto, nel formato che trovano più utile; però dovrà frequentare maggiormente il team medico, interpretandone le esigenze e acquisendo un orientamento clinico. Oggi la biblioteca ha la potenzialità per diventare il cuore dei flussi informativi professionali : per un ente sanitario rappresenta la chiave per adeguarsi a standard qualitativi, mantenere e rinnovare il know-how. E proprio l’importanza della informazione corretta e in tempo reale richiede che anche in Italia i politici e i manager della sanità riflettano sul ruolo e funzioni della biblioteca (o meglio del centro di documentazione scientifica) dei nostri ospedali destinando un apposito budget e personale specializzato, implementandone le funzioni fino a farlo divenire il centro nevralgico di tutte le attività cliniche che prevedono una responsabilità decisionale : la presenza di questo Information Specialist è la prima garanzia che l’utente finale e cioè il paziente può pretendere. Per concludere, una citazione da “Internet: Tips and Tricks” di W. Howe and H. Tillman: ….se sei in difficoltà, chiedilo al bibliotecario: dopo tutto, è lui l’esperto nel reperire le informazioni ! -
Definizione di Biblioteca biomedica IFLA
L’IFLA ha una specifica sezione dedicata alle Health and Biosciences Libraries che “rappresenta e funge da forum per le biblioteche speciali che si occupano di tutti gli aspetti della diffusione delle informazioni e dei servizi in relazione alle scienze della salute e delle scienze biologiche. Gli obiettivi generali della Sezione comprendono la promozione della cooperazione tra le biblioteche di scienze biologiche e sanitarie, l'agevolazione dello sviluppo e dell'applicazione di nuove tecnologie pertinenti a tali biblioteche; l'esame dei mezzi per una migliore informazione dei consumatori in materia di assistenza sanitaria; la promozione dell'attività di cooperazione tra le associazioni bibliotecarie nazionali e internazionali delle biblioteche di scienze biologiche e mediche e la promozione della cooperazione con l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e altri organismi internazionali competenti”. Nell’introduzione al Glossario dei termini usati nelle Guidelines for Library Services to People with Special Needs, l’IFLA sostiene la necessità di un glossario in quanto:[...] just the single descriptor, ‘hospital libraries,’ was found to have dramatically different meanings in different parts of the world – in much of Western Europe, for example, ‘hospital libraries’ almost always meant a library for patients, while in North America, it most often meant a library for health sciences staff. Those different meanings made communication and research in the field, especially research done through the literature, exceedingly difficult. They also had the potential to compromise findings. The need again became clear during the many discussions the standing committee of the now Library Services to People with Special Needs Section (LSN -
S&I Bibliosan NewsLetter
S&I Bibliosan NewsLetter è il notiziario di Bibliosan realizzato nell'ambito del progetto S&I Bibliosan in memoria di Luigina Lazzari