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Bibliotecari
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Non più topi da biblioteca (2009)
Il bravo bibliotecario oggi deve essere un po‘ “smanettone“? Probabilmente, sì. Un limite grosso che riscontro spesso è quello della formazione dei bibliotecari e, sebbene io non abbia mai frequentato un corso di laurea in biblioteconomia, mi sento di muovere una piccola critica al modo in cui sono organizzati i corsi. Si studia diplomatica e letteratura latina, ma non si ha familiarità con i programmi di grafica e web design, che invece rappresentano strumenti necessari come il pane nelle biblioteche di oggi, perché di continuo capita di dover realizzare la grafica per un’applicazione o effettuare modifiche all’HTML di una pagina web e sono pochissimi coloro che riescono a farsi carico di questi compiti. E tra coloro che ci riescono, non sempre vi sono i più giovani, che spesso non hanno competenze tecnologiche o che comunque non sempre sono interessati a formarsi in questo senso... -
Conoscere gli utenti per comunicare la biblioteca: il potere delle parole per misurare l'impatto (2019)
In questi anni nella biblioteconomia italiana ha cominciato a diffondersi una diversa cultura della valutazione nella quale il tema dell'impatto sociale e dell'analisi dell'utenza sono diventati centrali. Centrali dal punto di vista teorico, tuttavia ancora marginali nella pratica della ricerca empirica a causa di una scarsa diffusione degli strumenti che ne facilitino l'applicazione nei diversi contesti. A fronte di questa evidenza si è diffusa una sensibilità verso le tecniche qualitative ed è avvertita l'urgenza e la necessità della comunità professionale di approfondire non solo le caratteristiche del metodo ma anche i percorsi e i temi di ricerca possibili: l'analisi dell'utenza potenziale, lo studio dei bisogni della comunità, l'approfondimento della percezione, dell'identità e del radicamento, lo studio delle biblioteche come organizzazioni. Il volume si focalizza su questi temi e in particolare su quello dell'impatto, da intendersi non solo come una misura ma anche come potente strumento di comunicazione che può favorire il riconoscimento della presenza stabile e capillare delle biblioteche e un allontanamento della marginalità alla quale a volte sembrano essere destinate. -
Carte del nuovo mondo: banche dati e open access (2017)
Lungi dall'essere soltanto contenitori tecnologicamente efficaci, le banche dati trasformano il contenuto stesso mentre lo ricevono e lo diffondono. L'Open Access ha affrontato la questione ridefinendo valori e prezzi, diritti e regole d'uso, offrendo trasparenza e accessibilità a tutti, a scienziati, studiosi, insegnanti, studenti, e a ogni mente curiosa. Il libro traccia una storia delle banche dati attraverso esperienze radicate nei luoghi e nelle comunità: dalla città-laboratorio di Los Alamos alle prestigiose università statunitensi; dall'ospedale di Bethesda, il più grande del mondo, all'information retrieval degli anni Sessanta, all'olio di Lorenzo e al Progetto Genoma. Il sapere più prezioso è ora disponibile liberamente nei repository -
L’alfabetizzazione sanitaria: biblioteche e bibliotecari per il benessere dei cittadini [2018]
L’alfabetizzazione sanitaria è la capacità di ottenere, elaborare e capire informazioni sanitarie, in modo tale da partecipare attivamente, insieme ai medici, al processo decisionale per quanto riguarda la propria salute.Le biblioteche e i bibliotecari... -
La certificazione delle competenze professionali. 53° Congresso AIB. La scelta di AIDA [2007]
Nel 2007 associazioni come AIDA e GIDIF RBM percorrevano la via della certificazione, via che non ebbe seguito... Sosteneva Ferruccio Diozzi al 53° congresso AIB: Diversi anni fa l'Associazione Italiana Documentazione Avanzata, ha iniziato ad occuparsi di politiche della certificazione delle competenze professionali degli specialisti dell'Informazione e della Documentazione. La scelta dell'AIDA è stata basata su di una considerazione di carattere generale: la specificità delle nuove professioni quale il documentalista, richiedeva la definizione di modelli diversi da quelli che, tipicamente, tutelavano e tutelano le professioni tradizionali. La capacità di certificare le competenze professionali, in adesione ad un sistema quale CERTIDoc che si va sperimentando con successo in Europa, rappresenta per l'AIDA una garanzia di sviluppo della professione e di rafforzamento della sua immagine nella società. Di qui l'impegno di AIDA che, in accordo ad altre associazioni, sta culminando nella creazione di uno specifico organismo di certificazione italiano che darà attuazione pratica a questa scelta. Naturalmente AIDA conosce le diverse opinioni presenti nel dibattito italiano sulla fisionomia professionale degli specialisti dell'informazione e, proprio in questa sede, desidera confrontare i rispettivi modelli.