Contenuti
Oggetto è esattamente
Bibliotecari biomedici
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I° Convegno dei Documentalisti operanti nell'Industria Farmaceutica e negli Istituti di Ricerca Biomedica (1983)
Nel 1983 un gruppo di bibliotecari documentalisti operanti in case farmaceutiche, Istituti Zooprofilattici, Istituti di ricerca e Cura, Ospedali e Università organizzano un convegno per affrontare le tematiche legato all'avvento delle banche dati biomediche e ai sistemi di collegamento a distanza e dei primi tentativi di automazione. Vi era la necessità di formare nuovi professionisti esperti nelle metodologie di ricerca dell'informazione biomedica. Nel 1985 si costituisce il GIDIF RBM -
Library and communication skills for the sake of scientific heritage and health promotion: new spaces, new opportunities at the Italian National Institute of Health (2022)
Nell'ambito di un progetto per la promozione del patrimonio storico, artistico e culturale dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), vi è l'apertura del Museo che è stato inaugurato nel 2017 con l'intento di preservare la storia del principale istituto italiano di ricerca e di promuovere un comportamento sano tra la popolazione. Un'area del Museo è dedicata alle mostre temporanee ed è ora dedicata alla pandemia COVID-19. L' ISS ha recentemente realizzato un sito web - https://arch.iss.it - che raccoglie immagini relative ad antiche (oltre 16.000 fotografie digitalizzate) su e attuali raccolte di materiale multimediale prodotto a scopo istituzionale nel corso degli anni, a partire dai primi anni '30 del XX secolo. Fa parte del patrimonio dell' ISS anche una collezione di oltre 1000 strumenti scientifici e di circa 100 oggetti (statue, dipinti ecc.) di interesse artistico -
Premio Giorgio De Gregori 2021 – Verbale della Giuria
[...] la Giuria ha stabilito all’unanimità di attribuire il premio dell’edizione 2021 a Virginia Scarinci per l’opera Biblioteche e medicina narrativa: percorsi di qualità tra cura e cultura, con la seguente motivazione. Il lavoro di Virginia Scarinci è la tesi di laurea magistrale in Archivistica e Biblioteconomia discussa dall’autrice presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza – Università di Roma nell’a.a. 2020-2021. Oggetto del lavoro è un’analisi dei contributi forniti dalle biblioteche e dai bibliotecari nell’ambito di progetti e studi di medicina narrativa, focalizzandosi in particolare sulla descrizione della collaborazione della biblioteca dell’Istituto Regina Elena, nonché su altre esperienze di medicina narrativa realizzate in Italia con la cooperazione delle biblioteche. La medicina narrativa è un approccio innovativo che, attraverso l’integrazione della narrazione nella pratica clinica, consente di riportare il paziente al centro del processo di cura. Questa metodologia sta diventando con il passare del tempo sempre più importante nel panorama della salute, cosa che assume un particolare significato nel particolare momento storico che stiamo vivendo. Il lavoro si articola in quattro capitoli, il primo dedicato alla descrizione dello stato dell’arte su cura e cultura, il secondo alle esperienze bibliotecarie italiane su medicina narrativa e biblioterapia, il terzo a un approfondimento sul progetto “Raccontami di Te” dell’Istituto Regina Elena, il quarto ai possibili sviluppi futuri. Il risultato è un lavoro originale e ben strutturato, che affronta un tema di grande attualità e interesse, in particolare in questo momento storico, e che offre approfondimenti su esperienze e casi di studio da cui partire per progettare altri sviluppi. [...] -
How the New Web Generations are Changing Library and Information Services (2010)
LA RIVOLUZIONE DEL WEB 2.0 NELLE BIBLIOTECHE E NEI CENTRI DOCUMENTAZIONE (2008) Il gruppo di studio Gidif, Rbm sul Web 2.0, ha partecipato al Convegno EAHIL nella sezione dedicata alla nuove tecnologie con una presentazione orale, proponendo l’analisi di alcuni nuovi trend e la risposta socio-attitudinale dei fruitori al loro utilizzo. Il professionista dell’informazione è testimone dell’evoluzione delle potenzialità dei sistemi quali la posta elettronica, le chat lines e le liste di distribuzione ed è attore della disseminazione efficace dell’informazione attraverso i linguaggi di marcatura e le modalità ipertestuali. I nuovi tools descritti ed analizzati nella presentazione, sono strumenti perfettamente compatibili con la professione di bibliotecario/documentalista, anzi ne esaltano ruolo e professionalità. Presentato a XI EAHIL Congress – New Information Space Innovation and Renovations- Helsinki (Finland), 23-28 June 2008. Journal of European Association of Health Information and Libraries, 2009, 5 (1), 3 Medical Reference Services Quarterly 2010, 29 (2), 132 -
Sognare a pagine aperte (2009)
Carta d’identità della biblioteca Cosa caratterizza la vostra biblioteca? [Biblioteca scientifica "Giovanni Maria Guiso" della Asl n.3 di Nuoro] Per garantire a tutti i dipendenti la possibilità di accedere al servizio, abbiamo pensato di privilegiare le risorse on line, accessibili da tutti i computer aziendali, tramite indirizzo IP: oggi, da tutte le strutture della Asl di Nuoro è possibile accedere direttamente alle riviste, fare ricerche bibliografiche, chiedere e ricevere informazioni. Questo servizio è stato pensato perché sebbene il territorio sia stato ridimensionato, con l’istituzione di nuove provincie, l’Azienda è ancora molto estesa, con molteplici sedi anche molto distanti fra loro... -
Pare facile (2009)
Alla Biblioteca medica di Reggio Emilia si fa formazione? Moltissima. La nostra Azienda ha iniziato molto presto a impegnarsi per la diffusione dei principi della medicina basata sulle evidenze (EBM): nel 2001-2002 abbiamo cominciato a parlarne e nel 2003 è iniziata un’attività intensiva di formazione di base diretta a tutti i professionisti. Per professionisti intende non solo i medici, ma in generale tutte le professioni sanitarie? Nella nostra realtà, Provincia, Regione, Aziende sanitarie, ospedaliera e azienda USL, hanno lavorato insieme. La mia è la biblioteca clinica dell’Azienda sanitaria della Provincia di Reggio Emilia: quindi, la biblioteca è una e gli impegni economici sono condivisi. Il progetto iniziale era quello di creare una med – community per l’appropriatezza della pratica clinica. I punti cruciali erano quelli di formare professionisti, fare conoscere anche tutti principi della EBM, mettere a disposizione dei professionisti le risorse elettroniche, dal punto di vista documentario, dunque, educare e formare i professionisti al loro utilizzo scientifico... -
I bibliotecari insegnano…(2008)
Quanto insegnano i bibliotecari? Da noi [Centro per la Valutazione dell'Assistenza Sanitaria, CEVEAS, Modena] tantissimo. Per i corsi interni facciamo una media di 25 giornate all’anno: sono i corsi generali, quindi aperti a tutti. Poi facciamo corsi specifici per settore, ad esempio, il settore infermieristico o quello psichiatrico. Nella nostra Azienda i vari servizi possono chiedere corsi ad hoc per le specifiche utenze e in genere si tratta di due o tre mezze giornate. Quante persone partecipano al corso? In media 15... -
Il web 2.0 ci cambierà la vita (2008)
Il ricercatore scientifico legge? Deve leggere, è uno dei suoi obblighi in un certo senso. Diversamente, non sarebbe aggiornato. I vostri utenti leggono con regolarità le riviste mediche o al bisogno, per trovare informazioni? È difficile rispondere alla domanda, perché avendo ormai tutti il collegamento elettronico, sfuggono ad un nostro controllo. Direi, comunque, che leggono senz’altro un certo numero di riviste, che ogni utente sceglie e continua a seguire nel tempo con regolarità. Molti, per esempio ricevono gli e-alert sugli aggiornamenti. Le altre riviste, quelle considerate un po’ più marginali rispetto al proprio lavoro, vengono consultate al bisogno, per esempio per fare una ricerca; e a questo punto, noi ce ne accorgiamo, perché ci chiedono anche copie di lavori che non abbiamo. Dunque, i ricercatori ne fanno un uso abbastanza informato… Sicuramente. E questo anche grazie alla partecipazione ai corsi di formazione che noi organizziamo... -
Competenza, sicurezza, efficacia (2008)
[...] Nella sua esperienza, esistono differenze evidenti tra i “reading habits” di medici e quelli di altri operatori sanitari? Sicuramente: il medico da sempre è abituato allo studio, quindi alla valutazione, alla selezione, alla sintesi. Ciò lo rende in grado di potersi dedicare in maniera più mirata alla lettura di testi o riviste scientifiche, possedendo il background necessario per estrapolare le notizie utili al suo aggiornamento senza un dispendio di tempo e di energie troppo elevato. Anche tra gli infermieri professionali di ultima generazione ed i fisioterapisti, almeno nella realtà di Ferrara, si sta nettamente ampliando la fascia di coloro che ritengono prioritario un aggiornamento costante attraverso la lettura di periodici scientifici e la ricerca efficace di letteratura. Per quanto riguarda la scelta delle letture, nonostante la consapevolezza che l’inglese sia la lingua scientifica per antonomasia, c’è comunque la tendenza a preferire, comprensibilmente, materiali in lingua italiana e a stampa. Così come chi utilizza la rivista elettronica tende, in fase di studio, a preferire il contatto fisico con la carta.... -
Dietro la Biblioteca Medica Virtuale (2008)
A quante riviste è abbonata la vostra Biblioteca? A circa 1300 riviste a stampa e circa 5000 riviste elettroniche. Queste ultime in gran parte le acquisiamo tramite consorzi. Questa Biblioteca possiede anche dei fondi speciali? Sì, la Biblioteca dell’Istituto possiede due fondi speciali: quello dei libri Rari e di pregio ed il fondo della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Per quanto riguarda i Rari, si tratta di circa mille esemplari stampati tra il XVI secolo e la prima metà del XIX. Attualmente è in corso un progetto, in parte finanziato dal Ministero della Università e della Ricerca, finalizzato alla catalogazione in linea di questo materiale ed alla digitalizzazione di parte dei testi. E il fondo della Organizzazione Mondiale della Sanità? La collezione dei documenti OMS nasce dalla antica collaborazione tra il nostro Istituto e questa Organizzazione di rilevanza internazionale. La Biblioteca funge da depositaria dei documenti OMS e dal 1991 è anche sede di uno dei Centri di Documentazione OMS per l’Italia con compiti di raccolta, archiviazione e diffusione della documentazione prodotta dall’OMS. -
Meno scaffali più computer…(2008)
Chi frequenta la Biblioteca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma? Principalmente i nostri studenti e specializzandi. Gli studenti vengono qui soprattutto per studiare per gli esami, quasi sempre portandosi i propri libri. Vengono anche utenti esterni di altre facoltà romane che hanno bisogno delle nostre risorse. Non soltanto, però, studenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria, dal momento che le nostre strutture didattiche ospitano anche dei corsi della facoltà di Economia. E i medici, infermieri e farmacisti? Soprattutto medici e docenti si collegano online alle risorse della Biblioteca, perché hanno poco tempo per venire in Biblioteca. In generale, il personale sanitario è sempre più abituato a utilizzare internet per le proprie ricerche bibliografiche. Gli infermieri, non avendo tutti a disposizione una postazione dotata di computer, non consultano molto le risorse elettroniche... -
Indietro non si torna (2009)
Gestire la biblioteca di un istituto privato presenta problematiche diverse rispetto agli istituti pubblici? Di recente, ci sono state riduzioni nel budget? Sono convinta che, nella situazione attuale di crisi economica generale, le biblioteche, sia pubbliche che private, stiano tutte attraversando un momento difficile: i tagli coinvolgono anche le biblioteche. Molto dipende poi, dalla politica che il proprio Ente attua, per riuscire a conciliare i tagli con la minore penalizzazione possibile della qualità del servizio offerto. Nel 2006 sono subentrata come responsabile della biblioteca medico-scientifica e mi è stato chiesto di contenere al massimo le spese degli abbonamenti. Ho proceduto con l’eliminazione di titoli che dalle statistiche di accesso risultavano poco consultati. In questi ultimi due anni, la spesa è rimasta pressoché invariata, grazie anche alla nostra appartenenza a BiblioSan, che ci ha consentito di risparmiare ulteriormente e con un minimo impegno ci ha permesso l’accesso a migliaia di nuovi titoli. Come risultato complessivo abbiamo potuto garantire un servizio migliore qualitativamente, pur riducendo la spesa. Nel vostro Istituto, il documentalista ha una suo riconoscimento professionale? No, nessun riconoscimento ufficiale. La sottoscritta è “referente” della biblioteca... -
Bibliotecario medico-scientifico. Chi è costui? (2009)
Sul portale del vostro Ospedale [Ospedale Bambin Gesù IRCCS] avete inserito molti materiali di supporto alla ricerca delle fonti bibliografiche, con tutorial che spiegano passo dopo passo come condurre una ricerca avanzata. Avete avuto un feedback sul loro utilizzo? È importante distinguere la biblioteca medica dell’ospedale dalla Medical library del nostro portale, poiché la seconda è un servizio rivolto principalmente agli utenti esterni. Le banche dati e le collezioni di riviste sono su una piattaforma controllata dal distributore e non da noi. La base dati CINAHL è ampiamente utilizzata anche dagli infermieri interni che, al momento, rappresentano una categoria professionale che sta molto crescendo nella formazione, sui tutorial, in particolare, non ho un feedback preciso: so che sono adoperati, ma forse non in modo ottimale… Che vuol dire? Sono molto ben fatti, ma con l’esperienza maturata in anni di corsi di formazione rivolti agli operatori sanitari, posso dire che le slide e i video tutorial creati dai distributori sono molto meno utili ai nostri utenti degli stessi strumenti prodotti dai professionisti dell’informazione. Abbiamo iniziato a fare formazione interna, organizzando corsi in cui venivano presentate le risorse della biblioteca ed i servizi a disposizione dell’utenza e l’agente di un editore, su nostro invito, illustrava un loro prodotto, da noi acquisito, spiegandone le modalità di utilizzo. In quei contesti, mi sono resa conto che, nonostante le presentazioni del relatore esterno fossero belle, interessanti e ineccepibili, l’obiettivo non veniva raggiunto e che, forse per un approccio più da venditore che da formatore, chi spiegava non era efficace come può esserlo un bibliotecario... -
Il bibliotecario di oggi (2015)
I bibliotecari biomedici sono contenti dei cambiamenti in atto in diversi settori che impattano sulla loro professione? È sempre difficile generalizzare. In linea di massima penso che i bibliotecari (e i bibliotecari biomedici in particolare) siano persone decisamente innamorate della loro professione, nella quale riversano una passionalità e un attaccamento che raramente viene compreso da chi bibliotecario non è. Di conseguenza, i cambiamenti sono generalmente vissuti come una sfida, un’occasione per apprendere cose nuove. Si cerca di trasformare le innovazioni tecniche in strumenti e servizi nuovi per la nostra utenza, in un’ottica direi “traslazionale”… E, non sempre, l’entusiasmo per le novità è collegato in maniera direttamente proporzionale all’età anagrafica: ho avuto colleghi entusiasti e battaglieri fino alle soglie del pensionamento e altri molto più giovani che ricalcano perfettamente il cliché dell’“impiegato statale” nella sua accezione peggiore. I problemi maggiori sono di tipo economico oppure organizzativi? Entrambi. Anche se penso che i problemi organizzativi in senso lato siano il limite maggiore. La burocrazia sta diventando sempre più pesante con l’unico risultato di spegnere gli entusiasmi e la voglia di sperimentare e innovare. A monte però vedo limiti macroscopici connaturati ad una mentalità tipicamente italiana che dovremmo cambiare radicalmente, perché ci limita in tutti i settori: condivido pienamente la pesante critica di Moni Ovadia relativa all’amore degli italiani per la “moderazione”, virtù altrove, ma che in Italia diventa “ferocia”. Amiamo i giochi un po’ ipocriti, in una mediocrità squallida che ci insegna a non prendere una posizione chiara pur di non rischiare, rinunciando al diritto/dovere di sognare, di assumerci dei rischi, di parlare chiaramente e di tenere fede alla parola data. Ammiro l’analisi di Enzo Bianchi: la patologia che oggi affligge l’Occidente è affievolimento dell’atto del credere, venir meno della fiducia in se stessi e negli altri, nel futuro e nella terra. Credere, fare fiducia è diventato faticoso e raro. Pensiamo ai nostri interessi personali, alla nostra popolarità di periferia. Così facendo si corrode la fiducia reciproca e, sulla distanza, non si costruisce nulla. Nella guida (Bibliotecari biomedici, ndr) ho voluto inserire una parte sul management con alcune riflessioni di Peter Drucker: è fondamentale capire che la fiducia è la base sulla quale vengono costruite le organizzazioni e che la domanda fondamentale per chi lavora nel settore pubblico dovrebbe essere: quale può essere il mio contributo (sulla base dei miei punti di forza, del mio metodo di studio e lavoro, dei miei valori)?... -
Hai un problema? Chiedi al bibliotecario! (2015)
Il tascabile di Barbara Martin e Cristian Lo Iacono – dal titolo Bibliotecari biomedici: una guida al cambiamento – costituisce un’analisi dettagliata e rigorosa relativa a un aspetto importante del mondo delle biblioteche: il bibliotecario biomedico. Questa professione non è ancora prevista dalla legislazione italiana e non vi è un termine che la rappresenti in modo chiaro. In genere si intende un bibliotecario “prestato” al campo della sanità e che opera in contesti ospedalieri, aziende sanitarie o di centri di ricerca. Si tratta quindi di un bibliotecario di frontiera, di confine che promuove informazione scientifica di qualità. Informazione scientifica che ha visto un notevole ampliamento dell’offerta con l’avvento di strumenti sempre più web 2.0 oriented, mettendo tutto a disposizione a portata di un click... -
Bibliotecari e ricercatori alleati (2015)
In questa intervista Lee Seok Hong racconta la grande evoluzione del lavoro dei bibliotecari biomedici dell'Università Nazionale di Singapore -
Fatti amico un bibliotecario (2015)
Come è cambiata la figura del bibliotecario biomedico negli ultimi anni? Da quando ho iniziato a lavorare nel 1989 il ruolo del bibliotecario biomedico è cambiato molto nel campo dell’assistenza sanitaria e nel corso degli ultimi anni continua a cambiare. Viene data molta più enfasi all’insegnamento e alla ricerca. I bibliotecari biomedici fanno parte di team di clinici per aiutarli a trovare informazioni e ad eseguire una ricerca bibliografica su Medline e su altre fonti di informazioni biomediche. Inoltre, insegnano agli studenti di medicina come funziona il mondo dell’informazione. Questo duplice ruolo di insegnamento e di ricerca è sempre stato importante ma sembra esserlo diventato sempre di più negli ultimi anni.... -
GIDIF-RBM logo
Logo GIDIF-RBM, Gruppo Italiano Documentalisti Industria Farmaceutica Ricerca Biomedica (dal 1985) -
Information work of hospital librarians: Making the invisible visible (2021)
L'obiettivo di questo documento è quello di esplorare e rendere visibile il modo in cui il lavoro informativo dei bibliotecari ospedalieri è attuato nelle "pratiche chiave" in cui i servizi della biblioteca ospedaliera sono impiegati per sostenere la pratica basata sull'evidenza. Il materiale empirico è stato prodotto in tre biblioteche ospedaliere in tre diverse regioni della Svezia tra gennaio e marzo 2020. Per analizzare nove interviste semi-strutturate con bibliotecari ospedalieri e gestori di biblioteche ospedaliere si ricorre a un approccio orientato alla pratica utilizzando il lavoro teorico di informazione sugli obiettivi, unitamente a note sul campo provenienti da osservazioni di interazioni tra bibliotecari ospedalieri e operatori sanitari. L'analisi indaga le condizioni del lavoro informativo svolto dai bibliotecari ospedalieri in quanto partecipanti a tre pratiche chiave: pratiche cliniche, pratiche di ricerca di informazioni e pratiche Health Technology Assessment (HTA). I risultati dell'analisi sono relativi a quattro categorie di informazioni di lavoro invisibile, e la natura del lavoro di informazione fatto per contrastare diversi tipi di invisibilità all'interno delle pratiche chiave è discusso. I risultati suggeriscono che una parte sostanziale del lavoro informativo dei bibliotecari ospedalieri è invisibile ai clinici. Allo stesso tempo, i bibliotecari degli ospedali compiono notevoli sforzi per contrastare diversi tipi di invisibilità, ad esempio attraverso la creazione di relazioni con il personale sanitario e per sviluppare e rendere visibili competenze specializzate. In particolare, l'importanza attribuita alla pratica basata sull'evidenza nel settore sanitario consente ai bibliotecari di essere considerati dai clinici come partner legittimi con competenze chiaramente definite in situazioni specifiche. -
Tante informazioni e nuove sfide. Come covid-19 ha rivoluzionato le biblioteche scientifiche (2021)
[...] a giocare un ruolo chiave fin dall’inizio della pandemia di covid-19 sono stati i bibliotecari e documentalisti scientifici. Il loro ruolo, infatti, va oltre la gestione degli abbonamenti e l’accesso alle risorse educative. Dovrebbero essere curatori di contenuti che mirano a fornire la migliore assistenza possibile ai professionisti sanitari, aiutando a tracciare il percorso verso un’assistenza sanitaria di livello... -
Biblioteche mediche, documentalisti e nuovi bisogni di aggiornamento (2021)
[...] Orientarsi in questo oceano di pubblicazioni e mantenersi al passo delle conoscenze, quindi, è sempre più difficile. Per questo il ruolo dei documentalisti acquisisce sempre maggiore importanza, in quanto responsabili del processo di selezione delle riviste da includere ed escludere dagli archivi delle biblioteche biomediche e per le loro capacità di utilizzare i filtri di ricerca che permettono di individuare le fonti più adeguate sulla base degli interrogativi formulati dai medici. Queste competenze non solo permettono ai documentalisti di aiutare gli operatori sanitari in caso di problematiche di tipo clinico, ma rivestono un ruolo centrale anche nella definizione dello stato dell’arte circa un dato argomento oggetto di un progetto di ricerca. Per capire cosa è già noto e cosa deve essere ancora chiarito o scoperto.... -
Improving peer review of systematic reviews by involving librarians and information specialists: protocol for a randomized controlled trial (2021)
Contesto Continuano a esistere problemi con la segnalazione e il rischio di distorsioni nei metodi e nelle strategie di ricerca nelle revisioni sistematiche e nei tipi di revisione correlati. I revisori alla pari che non hanno familiarità con ciò che è richiesto per segnalare in modo trasparente e completo una ricerca, potrebbero non essere disposti a rivedere gli elementi di ricerca delle revisioni sistematiche, né possono sapere cosa potrebbe introdurre pregiudizi in una ricerca. I bibliotecari e gli specialisti dell'informazione, che hanno esperienza nella ricerca, possono offrire conoscenze specifiche che contribuirebbero a migliorare il report della ricerca per la revisione sistematica e ridurre il rischio di errori sistematici, ma sono sottoutilizzati come revisori metodologici. Metodi: Questo studio valuterà l'effetto dell'aggiunta di bibliotecari e specialisti dell'informazione come revisori inter pares metodologici sulla qualità dei rapporti di ricerca e sul rischio di errori sistematici nelle ricerche di revisione. Lo studio sarà uno studio controllato randomizzato pragmatico utilizzando 150 articoli di revisione sistematica presentati a BMJ e BMJ Open come unità di randomizzazione. I manoscritti che riportano le revisioni sistematiche completate e i relativi tipi di revisione e che sono stati inviati per la revisione inter pares sono ammissibili. Per ogni manoscritto randomizzato all'intervento, un bibliotecario/ specialista dell'informazione sarà invitato come un revisore peer aggiuntivo utilizzando pratiche standard per ogni rivista. I primi manoscritti di revisione saranno valutati in duplice copia per segnalare la qualità e il rischio di errori sistematici, utilizzando l'aderenza a 4 elementi del giudizio di PRISMA-S e dei valutatori su 4 domande di segnalazione dal dominio 2 di ROBIS, rispettivamente. Le informazioni identificative dei manoscritti saranno rimosse prima della valutazione. Discussione: I risultati primari di questo studio sono la qualità delle relazioni come indicato dalle differenze nella proporzione di ricerche adeguatamente segnalate nei manoscritti di prima revisione tra gruppi di intervento e di controllo e il rischio di distorsioni come indicato dalle differenze nelle proporzioni di manoscritti prima revisione con alta, basso e poco chiaro pregiudizio. Se l'intervento dimostra un effetto sul report di ricerca o di bias, questo può indicare la necessità per gli editori di riviste di lavorare con bibliotecari e specialisti dell'informazione come revisori metodologici. -
Il bibliotecario documentalista nelle USL (1994)
L' annoso problema deI riconoscimento della figura professionale del bibliotecario/ documentalista nelle Usl è tuttora irrisolto [...]