Contenuti
Data è esattamente
2008
-
I bibliotecari insegnano…(2008)
Quanto insegnano i bibliotecari? Da noi [Centro per la Valutazione dell'Assistenza Sanitaria, CEVEAS, Modena] tantissimo. Per i corsi interni facciamo una media di 25 giornate all’anno: sono i corsi generali, quindi aperti a tutti. Poi facciamo corsi specifici per settore, ad esempio, il settore infermieristico o quello psichiatrico. Nella nostra Azienda i vari servizi possono chiedere corsi ad hoc per le specifiche utenze e in genere si tratta di due o tre mezze giornate. Quante persone partecipano al corso? In media 15... -
Le fonti migliori hanno un costo (2008)
In che misura i progressi dell’Information Technology hanno cambiato il lavoro del bibliotecario e del documentarista scientifico? I progressi nell’Information Tecnology non hanno avuto una influenza particolare sulle fonti di informazioni, che da sempre sono definite come infinite, ma sulla loro gestione e diffusione. Mentre in passato ciò avveniva principalmente attraverso un sistema cartaceo, oggigiorno, ai sistemi che ormai possiamo definire “classici” (banche dati, data proceessing, posta elettronica e Internet) dobbiamo aggiungere il Web 2. 0. Gli strumenti del Web 2. 0, ovvero blog, wikis, social-networking, podcasting, videopodcasting e così via, facilitano la collaborazione e lo scambio di informazione tra individui, e permettono ad ognuno di diventare editore aggiungendo, modificando e diffondendo le informazioni, comprese quelle in audio e video. Questi strumenti ben si adattano al mondo delle biblioteche e dei centri di documentazione favorendo una maggiore interattività con gli utenti e una maggiore partecipazione da parte di questi che possono così contribuire sia all’arricchimento delle fonti di informazione sia alla diffusione delle informazioni stesse. Come sono state colte, dalle industrie farmaceutiche, le opportunità della “rivoluzione digitale” dell’informazione?... -
Il web 2.0 ci cambierà la vita (2008)
Il ricercatore scientifico legge? Deve leggere, è uno dei suoi obblighi in un certo senso. Diversamente, non sarebbe aggiornato. I vostri utenti leggono con regolarità le riviste mediche o al bisogno, per trovare informazioni? È difficile rispondere alla domanda, perché avendo ormai tutti il collegamento elettronico, sfuggono ad un nostro controllo. Direi, comunque, che leggono senz’altro un certo numero di riviste, che ogni utente sceglie e continua a seguire nel tempo con regolarità. Molti, per esempio ricevono gli e-alert sugli aggiornamenti. Le altre riviste, quelle considerate un po’ più marginali rispetto al proprio lavoro, vengono consultate al bisogno, per esempio per fare una ricerca; e a questo punto, noi ce ne accorgiamo, perché ci chiedono anche copie di lavori che non abbiamo. Dunque, i ricercatori ne fanno un uso abbastanza informato… Sicuramente. E questo anche grazie alla partecipazione ai corsi di formazione che noi organizziamo... -
Indovina chi viene in Biblioteca? (2008)
Il personale ospedaliero legge? Il personale ospedaliero legge abbastanza, poi molto dipende dalla specialità di cui fa parte: è chiaro che un medico che fa ricerca è più portato a mantenere un aggiornamento costante in campo scientifico. Leggono molto gli studenti del corso di laurea in scienze infermieristiche, che frequentano la biblioteca per la preparazione degli esami o la redazione della loro tesi. Cosa porta medici, infermieri, farmacisti o dirigenti sanitari in Biblioteca? Dipende dall’utente, i medici vengono soprattutto a recuperare degli articoli precisi, di cui hanno già i riferimenti bibliografici, ma non mancano casi di medici che vengono a sfogliare l’ultimo numero della rivista della loro specialità o di pubblicazioni importanti come The Lancet, BMJ, New England, per il piacere dell’aggiornamento. Diverso è il discorso per quanto riguarda gli studenti che, oltre al recupero di articoli precisi, molto spesso chiedono un aiuto nella ricerca nelle banche dati a nostra disposizione o nel nostro catalogo... -
Competenza, sicurezza, efficacia (2008)
[...] Nella sua esperienza, esistono differenze evidenti tra i “reading habits” di medici e quelli di altri operatori sanitari? Sicuramente: il medico da sempre è abituato allo studio, quindi alla valutazione, alla selezione, alla sintesi. Ciò lo rende in grado di potersi dedicare in maniera più mirata alla lettura di testi o riviste scientifiche, possedendo il background necessario per estrapolare le notizie utili al suo aggiornamento senza un dispendio di tempo e di energie troppo elevato. Anche tra gli infermieri professionali di ultima generazione ed i fisioterapisti, almeno nella realtà di Ferrara, si sta nettamente ampliando la fascia di coloro che ritengono prioritario un aggiornamento costante attraverso la lettura di periodici scientifici e la ricerca efficace di letteratura. Per quanto riguarda la scelta delle letture, nonostante la consapevolezza che l’inglese sia la lingua scientifica per antonomasia, c’è comunque la tendenza a preferire, comprensibilmente, materiali in lingua italiana e a stampa. Così come chi utilizza la rivista elettronica tende, in fase di studio, a preferire il contatto fisico con la carta.... -
Dietro la Biblioteca Medica Virtuale (2008)
A quante riviste è abbonata la vostra Biblioteca? A circa 1300 riviste a stampa e circa 5000 riviste elettroniche. Queste ultime in gran parte le acquisiamo tramite consorzi. Questa Biblioteca possiede anche dei fondi speciali? Sì, la Biblioteca dell’Istituto possiede due fondi speciali: quello dei libri Rari e di pregio ed il fondo della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Per quanto riguarda i Rari, si tratta di circa mille esemplari stampati tra il XVI secolo e la prima metà del XIX. Attualmente è in corso un progetto, in parte finanziato dal Ministero della Università e della Ricerca, finalizzato alla catalogazione in linea di questo materiale ed alla digitalizzazione di parte dei testi. E il fondo della Organizzazione Mondiale della Sanità? La collezione dei documenti OMS nasce dalla antica collaborazione tra il nostro Istituto e questa Organizzazione di rilevanza internazionale. La Biblioteca funge da depositaria dei documenti OMS e dal 1991 è anche sede di uno dei Centri di Documentazione OMS per l’Italia con compiti di raccolta, archiviazione e diffusione della documentazione prodotta dall’OMS. -
Che tradizionalisti, questi medici in biblioteca (2008)
Chi usa la biblioteca di Laziosanità? Il personale interno, i medici esterni alla struttura, laureandi, ricercatori, e utenti affezionati da anni e facciamo di tutto per aiutarli. C’è anche un’attività abbastanza intensa di document delivery, soprattutto nei confronti di altre biblioteche italiane. Gli interni sono soprattutto specialisti in ambito epidemiologico, ma l’utenza è un po’ cambiata, oggi è più varia. La vostra è una biblioteca caratterizzata? Sì, la biblioteca mantiene la propria impronta, di raccolta di sanità pubblica, il nostro responsabile scientifico tiene a conservare un orientamento alla public health... -
Meno scaffali più computer…(2008)
Chi frequenta la Biblioteca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma? Principalmente i nostri studenti e specializzandi. Gli studenti vengono qui soprattutto per studiare per gli esami, quasi sempre portandosi i propri libri. Vengono anche utenti esterni di altre facoltà romane che hanno bisogno delle nostre risorse. Non soltanto, però, studenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria, dal momento che le nostre strutture didattiche ospitano anche dei corsi della facoltà di Economia. E i medici, infermieri e farmacisti? Soprattutto medici e docenti si collegano online alle risorse della Biblioteca, perché hanno poco tempo per venire in Biblioteca. In generale, il personale sanitario è sempre più abituato a utilizzare internet per le proprie ricerche bibliografiche. Gli infermieri, non avendo tutti a disposizione una postazione dotata di computer, non consultano molto le risorse elettroniche... -
Storie e memorie dell'Istituto superiore di sanità: convegno: Roma, 4 febbraio 2008: atti
Per descrivere i rapporti delle biblioteche della salute con Musei, Archivi e gallerie del settore biomedico, riportiamo un frammento dalla relazione di Enrico Alleva a un Convegno tenutosi nel 2008 su “Memorie e storie dell’Istituto Superiore di Sanità”:[...] Tutte queste tipologie [biblioteca, archivio, museo ndr ]non possono essere viste in modo separato come invece il nostro sistema tende a vederle, perché tende a procedere per tipologie quindi: qui c’è il bene culturale archivio, qui c’è il bene culturale biblioteca, qui c’è il bene culturale museo, qui c’è il bene culturale iconografico, e invece in nessun mondo come nel mondo della memoria della ricerca tutte queste tipologie sono interconnesse fra loro, e in questo senso bisogna dire che la memoria della ricerca è anche una memoria che ci spinge verso quelle che possono essere ricerche di punta per la conservazione del patrimonio culturale in generale.È questa una strada da percorrere nella direzione di integrazione delle collezioni in ottica MAB/GLAM come già in altri settori.