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L'importanza dei servizi bibliotecari negli ospedali [2013]
"Per promuovere la lettura e rendere accessibile a tutti i cittadini il diritto alla cultura e all'informazione, la Regione Toscana ha attivato specifici progetti mirati a sostenere e a promuovere i servizi bibliotecari destinati alle categorie a rischio esclusione sociale, in particolare ai degenti ospedalieri e ai disabili..."IL modello toscano è un esempio di collaborazione fra biblioteca pubblica e ospedale -
IFLA - Servizi di biblioteca per persone con bisogni speciali. IFLA - LSN, Library Services to People with Special Needs
L'acount Facebook della sezioni IFLA-LSN. The Section for Library Services to People with Special Needs provides an international forum for the discussion of ideas, sharing of experiences and development of tools designed to promote and improve the effectiveness of library and information services to special needs groups, and the promotion of national and international cooperation at all levels. The section focuses on those persons who because of their living conditions and/or physical, mental or cognitive disabilities can not access current library services. These groups can include, but are not necessarily limited to, people in hospitals and prisons, homeless people, persons in nursing homes and other care facilities, the deaf and people with dyslexia and dementia. -
Storie e memorie dell'Istituto superiore di sanità: convegno: Roma, 4 febbraio 2008: atti
Per descrivere i rapporti delle biblioteche della salute con Musei, Archivi e gallerie del settore biomedico, riportiamo un frammento dalla relazione di Enrico Alleva a un Convegno tenutosi nel 2008 su “Memorie e storie dell’Istituto Superiore di Sanità”:[...] Tutte queste tipologie [biblioteca, archivio, museo ndr ]non possono essere viste in modo separato come invece il nostro sistema tende a vederle, perché tende a procedere per tipologie quindi: qui c’è il bene culturale archivio, qui c’è il bene culturale biblioteca, qui c’è il bene culturale museo, qui c’è il bene culturale iconografico, e invece in nessun mondo come nel mondo della memoria della ricerca tutte queste tipologie sono interconnesse fra loro, e in questo senso bisogna dire che la memoria della ricerca è anche una memoria che ci spinge verso quelle che possono essere ricerche di punta per la conservazione del patrimonio culturale in generale.È questa una strada da percorrere nella direzione di integrazione delle collezioni in ottica MAB/GLAM come già in altri settori. -
Guida alle biblioteche biomediche italiane [1993]
Pubblicata nel 1993 a cura del Gruppo di lavoro biomedicina dell'AIB, in questa Guida sono censite 798 tra biblioteche e centri di documentazione. Di queste, a dire il vero solo 300 avevano risposto direttamente al questionario inviato per redigere la Guida, mentre le altre notizie sono desunte da fonti indirette.[Di questa guida non è disponibile la versoone digitalizzata.Lacuna da colmare!] -
Convegno. Infrastrutture informative per la biomedicina: quali servizi per l'utente del 2000?
Il rapporto con gli altri, la comunicazione intesa come 'visibilità' e 'riconoscibilità' è una delle componenti fondamentali del fenomeno Internet. Il diffondersi della posta elettronica, dei newsgroups, delle liste di discussione testimoniano del desiderio di esserci, di comunicare, di farsi conoscere e riconoscere.La diffusione di Internet ha posto le biblioteche e i bibliotecari di fronte a nuove esigenze. Personalmente mi sembra che le potenzialità offerte dalla rete si inquadrino in un processo che ormai ha radici lontane e che ha coinvolto tutti i settori della vita della biblioteca... -
Seconda conferenza europea delle biblioteche biomediche . Second European conference of medical libraries (1988)
Un importante appuntamento, la Seconda conferenza europea delle biblioteche biomediche, organizzata dalla neo-nata associazione delle biblioteche biomediche europee, ora EAHIL, si è tenuta a Bologna, dal 2 al 6 novembre 1988. La presidente era Valentina Comba, in questo volume gli Atti. -
Convegno su Biblioteche e centri di documentazione nella biomedicina realtà e prospettive.Roma, 14 dicembre 1984. Atti a cura di Vilma Alberani e Gabriella Poppi
All'interno dell' AIB Associazione Italiana Biblioteche, esisteva già dalla fine degli anni ‘70 del secolo scorso, Uun Gruppo di lavoro nazionale biblioteche biomediche, poi divenuto Commissione nazionale biblioteche biomediche AIB che ha organizzato uno “storico” convegno sulle “Biblioteche e Centri di documentazione nella biomedicina: realtà e prospettive” il 12-14 dicembre 1984, presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) a Roma. A proposito dei bibliotecari biomedici, scrivono Gabriella Poppi e Vilma Alberani nell’introduzione agli Atti del Convegno pubblicati nel 1986 negli Annali dell’ISS: "[…] Coloro che lavorano in grandi organismi, in particolare di ricerca, possono ritenersi fortunati rispetto alla maggior parte dei bibliotecari che operano in strutture minori o comunque non consolidate. L’isolamento di questi operatori sia nell’ambito della propria struttura sia dalla comunità bibliotecaria, la constatazione di non vedere considerata la propria funzione da parte sia di amministratori sia di politici, la mancanza di un riconoscimento giuridico della propria professionalità, la carenza di mezzi finanziari e strumentali, l’impossibilità di avere contatti e scambi di informazione con colleghi…sono stati gli argomenti più volte emersi nel dibattito dei tre giorni del Convegno. L’insoddisfazione generale del bibliotecario e documentalista che svolge compiti che la maggior parte dei suoi colleghi (ivi inclusi gli amministrativi e i politici) non conosce affatto o fa corrispondere alla trita immagine di “topo di biblioteca” deve portare a una precisa presa di posizione sia degli operatori stessi sia delle associazioni professionali per una rivalutazione di queste professioni. La non conoscenza di ciò che tali professionalità possono fornire danneggia sia la categoria sia gli utenti." -
The librarian's role in the provision of consumer health information and patient education. Medical Library Association. Consumer and Patient Health Information Section (CAPHIS/MLA) [1996]
Un articolo "visionario" pubblicato nel 1996 sul Bulletin of the Medical Library Association che precisa con grande chiarezza la Policy della Medical Library Association, Consumer and Patient Health Information Sectionin tema di bibliotecario biomedico e in-formazione/educazione ai pazienti:I bibliotecari sanitari, grazie alle loro conoscenze e competenze in materia di identificazione, selezione, organizzazione e diffusione delle informazioni, svolgono un ruolo importante sia nei servizi di informazione sulla salute dei consumatori che nell'educazione-alfabetizzazione dei pazienti. Il ruolo del bibliotecario varia a seconda della missione e delle politiche dell'organizzazione. Le attività dei bibliotecari in questo settore sono orientate verso l'obiettivo di produrre una società sana e di aiutare l'individuo a prendere decisioni sanitarie informate -
Communication in the physician-patient relationship [1993]
Già nel 1993, Alan M Rees, professore emerito della Case Western Reserve University di Cleveland, Ohio, scrive:I cambiamenti politici, legali, etici, sociali, economici e tecnologici del ventesimo secolo hanno prodotto un profondo effetto sulla salute e lo stato di salute degli americani e sul modo in cui medici e pazienti comunicano. Nella seconda metà di questo secolo, la responsabilità per la cura e l'assistenza individuale si è spostata da un approccio paternalistico, centrato sul medico, a uno centrato sul paziente. I pazienti assumono ora due identità: "consumatori" di salute e partecipanti attivi al processo decisionale relativo alla loro cura. Questo fenomeno ha creato un ambiente in cui la domanda di informazioni dei "consumatori di salute" si è spostata da un'unica attenzione ai sintomi, alla diagnosi e al trattamento delle malattie a una crescente preoccupazione per i costi, la qualità e l'accesso all'assistenza sanitaria. Questo cambiamento sottolinea il ruolo critico svolto dai bibliotecari medici nella diffusione delle informazioni necessarie e sfida i bibliotecari ad assumere un ruolo guida nell'apertura di nuovi canali di comunicazione tra medici e pazienti. -
New activities and changing roles of health sciences librarians: a systematic review, 1990-2012
OBJECTIVE: The paper identifies and documents new health sciences librarian activities and roles during the period from 1990-2012. METHODS: A systematic review of the literature was conducted using MEDLINE, Library and Information Abstracts, Library Literature, Scopus, and Web of Science. To find new roles that might not yet have been described in the literature, job announcements published in the Medical Library Association email discussion list archives from 2008-2012 were searched. For inclusion, an article needed to contain a substantive description of a new role and/or activity performed by librarians and be in the field of medical or health sciences librarianship. Papers that did not describe an actual (rather than proposed) librarian role were excluded. RESULTS: NEW ROLES IDENTIFIED THROUGH THE LITERATURE SEARCH WERE: embedded librarians (such as clinical informationist, bioinformationist, public health informationist, disaster information specialist); systematic review librarian; emerging technologies librarian; continuing medical education librarian; grants development librarian; and data management librarian. New roles identified through job announcements were digital librarian, metadata librarian, scholarly communication librarian, and translational research librarian. New twists to old roles were also identified: clinical medical librarian, instruction librarian, outreach librarian, and consumer health librarian. CONCLUSIONS: While the main purposes of health sciences librarianship remain the same, the new roles represent major new activities so that, for many librarians, daily on-the-job work is completely different. IMPLICATIONS: This list of new activities should inform students contemplating medical librarianship careers, guide formal and continuing education programs, and encourage other librarians to consider these new services. -
Riconoscimento del profilo professionale del bibliotecario documentalista in sanità
Il bibliotecario documentalista biomedico si propone come facilitatore dell'informazione sanitaria e desidera il riconoscimento professionale. In gran parte del mondo industrializzato la figura del bibliotecario documentalista biomedico è ampiamente valorizzata. -
Le Biblioteche per Pazienti in Italia. Esperienze a confronto (2010)
Convegno organizzato il 29-30 ottobre 2010 a Reggio Emilia dalla Biblioteca Medica Pietro Giuseppe Corradini dell'allora Arcispedale Santa Maria Nuova, ora Azienda ospedaliera-territoriale e IRCCS. -
Una professionalità sanitaria: il bibliotecario medico [2001]
Un articolo molto puntuale di Maria Cristina Bassi, Servizi bibliotecari del Politecnico di Milano. In un editoriale di qualche mese fa su Annals of Internal Medicine dal titolo : “The informationist : a new health profession”, Davidoff e Florance hanno cercato di focalizzare il ruolo, le competenze e il curriculum formativo del Bibliotecario o Documentalista nell’ambito delle attività sanitarie. Siamo ancora alla ricerca di un termine che ne riassuma le nuove molteplici funzioni ed il neologismo Informazionista (clinico) non sembra pienamente azzeccato. Il tema però è piuttosto stimolante perché la figura di un professionista responsabile del recupero e implementazione di informazioni scientifiche è fondamentale per supportare la moderna attività clinica. L’importanza del lavoro dei bibliotecari è sottolineata dalla inchiesta sugli ospedali di Rochester (N.Y.) di alcuni anni fa la quale rivelò che le informazioni attinte in Biblioteca permisero all’80% dei medici intervistati di gestire in modo diverso la cura per pazienti mentre il 97 % di essi dissero che le informazioni fornite dai bibliotecari ospedalieri contribuirono a migliori decisioni cliniche ; le informazioni attinte erano giudicate più importanti di quelle date dalla radiologia, dagli esami di laboratorio e dalle discussioni con i colleghi; per l’ 85% dei medici fecero loro risparmiare tempo e per il 93% fornirono nuove conoscenze con risparmio di costi e miglioramento nella cura per i pazienti. Il lavoro di documentazione aveva permesso secondo il 19.2% di evitare mortalità dei pazienti, nel 21.2% di evitare atti chirurgici, nel 45.1% di evitare test o procedure aggiuntive, nel 29.3% il cambiamento nella diagnosi e nel 71.6% il cambiamento nelle prescrizioni per i pazienti. Negli ultimi tempi l’avvento delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione ha reso sempre più strategico il valore della conoscenza, tanto più nell’ambito medico dove la salvezza di vite umane spesso dipende dalla capacità di avere l'informazione giusta in modo rapido. Si impone dunque un cambio radicale dei profili professionali connessi con il trattamento e la distribuzione dell’informazione stessa, in particolare del bibliotecario/documentalista che dovrà essere sempre aggiornato nei rapidi cambiamenti dei prodotti e delle reti informative. Da quando le nuove tecnologie mettono l’utente in grado di provvedere in proprio al soddisfacimento dei bisogni informativi, il documentalista ha dovuto riconvertirsi da mediatore fra l’informazione e l’utenza a elaboratore dell’informazione e produttore di nuovi contenuti. Se la comparsa dei supporti elettronici, delle reti locali, di Internet, e di una personale biblioteca elettronica ha infatti minacciato il ruolo statico che i più attribuivano al bibliotecario, ha anche messo in evidenza una nuova professionalità giocata proprio nell’ambito del digitale e della cybermedicina. I bibliotecari biomedici, oltre a recuperare la documentazione, sono capaci di monitorare l’evoluzione e il reale apporto dei nuovi media, studiano le migliori strategie di diffusione, conservazione e fruibilità delle informazioni e possono svolgere il ruolo didattico per il loro reperimento attraverso corsi (sull'uso delle basi di dati, recupero della letteratura, valutazione degli studi pubblicati) e, per le risorse online, attraverso la segnalazione di siti che danno informazione di qualità. Venendo a ciò che è disponibile gratuitamente sulle reti, chi, se non un professionista dell'informazione, è in grado, con tempismo e affidabilità, di selezionare e segnalare ai medici ed ai pazienti, secondo criteri di qualità, i siti d'interesse in Internet? Nel “mare magnum” dell'informazione scientifica come può un utente, ricercatore o medico, che ha poco tempo ed esigenze diversificate, orientarsi e sapere rapidamente se esiste ciò che cerca, individuarlo e recuperarlo? (R. Aprea www.oncoweb.it/frames/colloquio/aprea.htm) La Biblioteca resta fondamentale come magazzino-laboratorio per informazioni e documentazioni e per l'aggiornamento di professionisti che necessitano di conoscenze rapide e in continua evoluzione. Questo anche alla luce dell’importanza della medicina evidence-based (EBM), cioè delle scelte terapeutiche da adottare per i singoli pazienti in base alle prove di efficacia riscontrate nella letteratura scientifica. Come sottolineano ancora R. Aprea e G. Cognetti, bibliotecarie a Roma, l’idea della EBM, di grande attualità, è strettamente legata al problema dei criteri e delle modalità di individuazione delle fonti di informazione scientifica di buona qualità, situazione che richiede la presenza di esperti di documentazione nei gruppi interdisciplinari di ricerca EBM (www.aib.it/aib/editoria/n12/00-11aprea.htm) . Ma qual è la reale situazione delle biblioteche mediche? Il quadro estero appare variegato con un netto predominio dei paesi di cultura anglosassone, soprattutto Stati Uniti e Gran Bretagna che hanno una solida tradizione culturale in ambito bibliotecario con iniziative finanziate a livello istituzionale. Qui il bibliotecario biomedico sin dagli anni Settanta svolgeva un ruolo attivo ed impegnativo, cioè progettava e produceva le più importanti basi di dati del settore, quali il Medline della National Library of Medicine di Bethesda, istituzione in cui operano più di 500 documentalisti. In fondo la ricerca biomedica, ma anche la cura dei pazienti, sarebbero impensabili senza questi poderosi strumenti bibliografici, frutto del lavoro intellettuale dei bibliotecari (R. Aprea, www.oncoweb.it/frames/colloquio/aprea.htm). In Europa, nonostante lo sviluppo molto significativo dell’informatica medica (principalmente nei Paesi Scandinavi, nel Regno Unito, in Germania, Francia e Svizzera), l’integrazione con i servizi di biblioteca deve ancora essere raggiunta. La realtà italiana a confronto con i paesi stranieri appare ancora più desolante, come hanno messo in evidenza G. Cognetti e R. Aprea in una recente inchiesta, da cui emerge un quadro preoccupante del sistema di informazione delle strutture sanitarie italiane che in alcuni casi sono prive di biblioteche, in altri non adeguatamente attrezzate (con scarsi o nulli finanziamenti) e per la maggior parte affidate a personale senza alcuna formazione e competenza specifica. Le principali ragioni sono la mancanza di attenzione riservata ai servizi bibliotecari dal Servizio Sanitario Nazionale italiano e l’assenza di training nelle competenze “di informazione” per gli studenti di medicina e i medici. Eppure il Ministro Veronesi ha voluto che nell'Istituto Europeo di Oncologia, da lui diretto, operasse un bibliotecario inglese, perché in Inghilterra esiste un albo professionale che certifica la qualità del professionista dell'informazione. La parziale privatizzazione degli ospedali sta conducendo ad un controllo più stretto sulla spesa e perciò l’informatica medica dovrebbe essere ripensata per tener conto delle esigenze di questa nuova realtà economica (V. Comba, www.aib.it/aib/boll/1997/97-1-046.htm). Le biblioteche biomediche italiane si possono dividere in due grandi tipologie: Biblioteche universitarie. Le biblioteche dei corsi di laurea in Medicina dipendono dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica come quelle di tutte le altre Facoltà, e non vivono particolari problemi; Biblioteche ospedaliere. Nell’ambito delle biblioteche del Servizio Sanitario Nazionale manca purtroppo un riconoscimento giuridico della figura del bibliotecario/documentalista. La semplice osservazione della legislazione che disciplina il settore mostra quanto sia “indefinita” tutta la questione relativa alla gestione dell’informazione e dell’aggiornamento professionale nel SSN. Infatti, nell’ambito della legislazione sanitaria degli ultimi 30 anni è stato possibile cogliere solo brevi e generici riferimenti alle biblioteche biomediche. Secondo R. Aprea è’ possibile desumere che: le biblioteche nel SSN sono ritenute essenziali, ma non obbligatorie, senza, però, alcuna ulteriore indicazione sulle loro caratteristiche, funzioni e attività; al personale che vi lavora non è richiesta alcuna specifica competenza professionale con la conseguenza che coloro che si trovano ad operare nelle biblioteche del SSN possono, quindi, essere selezionati ed inquadrati in maniera del tutto “discrezionale” da parte delle Amministrazioni. Eterogene e molto improbabili sono, infatti, le qualifiche del personale delle biblioteche: ad es. vigilatrice d’infanzia, ausiliario, infermiere professionale, impiegato di concetto, coadiutore amministrativo ed altro ancora. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la mancanza di un efficace sistema informativo sanitario nazionale capace di attuare un pieno e tempestivo trasferimento dei risultati della ricerca nella pratica clinica e di uniformare la qualità delle prestazioni erogate sul territorio nazionale.. L’importanza del ruolo che svolgono, o dovrebbero svolgere, i bibliotecari/documentalisti (operatori della conoscenza) nel settore sanitario ci viene indicato dagli stessi utenti di queste strutture. Infatti, secondo un’indagine compiuta nel 1997 su un campione di utenti appartenenti a quattro biblioteche di ospedali e/o IRCCS di Roma, la biblioteca appare già come un vero e proprio centro di informazione, non più legato esclusivamente alla semplice funzione di conservazione. Ai bibliotecari, infatti, è richiesta: alta competenza professionale; aggiornamento continuo, soprattutto per quel che concerne l’informazione elettronica; maggiore attenzione allo sviluppo organico delle collezioni; individuazione e recupero rapido della documentazione indispensabile (InterLibraryLoan o prestito interbibliotecario, Document Delivery o fornitura di documenti); formazione degli utenti all’uso dei database e dei nuovi software per la ricerca, il recupero e l’organizzazione delle informazioni bibliografiche attraverso l’organizzazione di corsi e seminari; attenzione all’ammodernamento di strutture e arredi ed alla dotazione di adeguati mezzi tecnici ed informatici; sviluppo di una rete di collaborazioni nazionali ed internazionali per i servizi informativi; maggiore disponibilità di risorse informative online secondo i propri specifici interessi (Aprea, http://www.aib.it/aib/congr/co99aprea.html). I bibliotecari devono dunque sviluppare e fornire nuove forme di contenuti a valore aggiunto e servizi agli utenti nel contesto di educazione all’informatica e di cambiamenti nei formati delle informazioni. Devono lavorare per sviluppare metodi di recupero just-in-time per mettere a disposizione le informazioni nel momento di interesse e per essere coinvolti nell’apprendimento a distanza e nell’educazione permanente. La richiesta di documentazione è tale che ogni biblioteca per quanto ricca non soddisfa le esigenze degli utenti che giustamente non si accontentano degli abstract ; un compito molto importante dei bibliotecari è il recupero dei documenti originali. De Robbio, bibliotecaria universitaria a Padova ha steso un esauriente elenco dei centri (http://www.math.unipd.it/~derobbio/dd.htm) che effettuano o sono intermediari del document delivery . E' possibile ottenere articoli di riviste o di atti di convegni, conferenze, report, tesi o altro materiale con Servizi di Document Delivery a tariffazione differenziata e in modalita' differenti attraverso richieste a Consorzi, grandi Biblioteche o Case Editrici che effettuano Servizi Specializzati. Solitamente il servizio di Fornitura Documenti viene espletato nel giro di 24-48 ore al massimo; per atti di convegni, report o altro materiale simile, o materiale non presente presso il Centro si arriva a 72 ore. Le tariffe variano da centro a centro, dal tipo di servizio, dalla quantita' di pagine che compongono l'articolo, e dalla modalita' con la quale si vuole ottenere l'articolo originale: direttamente sullo schermo via e-mail, via posta tradizionale, con corriere o via fax. I bibliotecari biomedici italiani hanno sviluppato esperienze di grande interesse, anche molto avanzate. Ad esempio, in ambito oncologico, la biblioteca del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e quella dell'Istituto di Ricerca contro il Cancro di Genova hanno sviluppato, in collaborazione con gli psicologi, interessanti iniziative d'informazione al paziente (punto informativo, biblioteca per pazienti, telefono verde collegato alle banche di dati, traduzione in italiano di opuscoli divulgativi, basi di dati di materiale divulgativo, ecc.) (Cognetti, www.oncoweb.it/frames/colloquio/aprea.htm). Molte sono apparse, dunque, in Italia le attività promosse dalle biblioteche biomediche ma, ciò che manca è un sistema organizzato di condivisione delle risorse informative sanitarie, promosso e finanziato a livello istituzionale. L'unico esempio in tal senso si registra in Lombardia. Infatti, Saba Motta della Biblioteca dell'Istituto Besta di Milano ha descritto l'organizzazione e le finalità del Sistema bibliotecario biomedico lombardo (SBBL), che prevede la condivisione delle risorse di 16 fra le più importanti biblioteche sanitarie della regione. Al sistema hanno accesso a livello regionale oltre 100 biblioteche del settore, e ciò permette di garantire agli operatori l'accesso all'informazione biomediche (basi di dati, catalogo collettivo periodici con 5700 titoli, ecc.) e lo scambio della documentazione essenziale. Il caso lombardo rappresenta la punta più avanzata dell'informazione sanitaria italiana, anche valutandolo alla luce dei dati emersi dal primo censimento nazionale delle biblioteche/centri di documentazione del SSN, promosso dal Gruppo BDS (Bibliotecari Documentalisti Sanità – Servizio Sanitario Nazionale) e patrocinato dal Ministero della Sanità. Nella realtà veronese ottimo è il lavoro dei Bibliotecari della universitaria Meneghetti che gestiscono un ricco sito web da cui si è indirizzati per ricerche bibliografiche e assistiti per il copy delivery ( http://www.medicina.univr.it/~biblio/). Gli operatori della Biblioteca dell’AUSL 21 di Legnago hanno sviluppato un programma didattico continuativo con corsi di informatica, di inglese medico e di information technology applicata potendo contare su una aula informatica e un centro audiovisivi; prestano assistenza per la iconografia e la documentazione anche per i medici di base. In fondo il moderno bibliotecario farà il lavoro che ha sempre fatto e cioè assicurarsi che gli utenti abbiano la informazione di cui abbisognano nel momento e nel luogo richiesto, nel formato che trovano più utile; però dovrà frequentare maggiormente il team medico, interpretandone le esigenze e acquisendo un orientamento clinico. Oggi la biblioteca ha la potenzialità per diventare il cuore dei flussi informativi professionali : per un ente sanitario rappresenta la chiave per adeguarsi a standard qualitativi, mantenere e rinnovare il know-how. E proprio l’importanza della informazione corretta e in tempo reale richiede che anche in Italia i politici e i manager della sanità riflettano sul ruolo e funzioni della biblioteca (o meglio del centro di documentazione scientifica) dei nostri ospedali destinando un apposito budget e personale specializzato, implementandone le funzioni fino a farlo divenire il centro nevralgico di tutte le attività cliniche che prevedono una responsabilità decisionale : la presenza di questo Information Specialist è la prima garanzia che l’utente finale e cioè il paziente può pretendere. Per concludere, una citazione da “Internet: Tips and Tricks” di W. Howe and H. Tillman: ….se sei in difficoltà, chiedilo al bibliotecario: dopo tutto, è lui l’esperto nel reperire le informazioni ! -
Biblioteche per tutti: servizi per lettori in difficoltà [2007]
Le IFLA Guidelines for Library Services to People with Special Needs Section (LSN) sono state tradotte in italiano, nella loro versione precedente a quella attualmente in vigore, nel volume “Biblioteche per tutti” curato dalla Commissione nazionale Biblioteche pubbliche, pubblicato da AIB nel 2007. Uno dei capitoli è dedicato ai servizi bibliotecari per gli utenti degli ospedali o delle case di cura e questi riferimenti sono importanti a legittimare l’importanza di dotare gli ospedali di questo tipo di servizi accanto a quelli sanitari. -
Definizione di Biblioteca biomedica IFLA
L’IFLA ha una specifica sezione dedicata alle Health and Biosciences Libraries che “rappresenta e funge da forum per le biblioteche speciali che si occupano di tutti gli aspetti della diffusione delle informazioni e dei servizi in relazione alle scienze della salute e delle scienze biologiche. Gli obiettivi generali della Sezione comprendono la promozione della cooperazione tra le biblioteche di scienze biologiche e sanitarie, l'agevolazione dello sviluppo e dell'applicazione di nuove tecnologie pertinenti a tali biblioteche; l'esame dei mezzi per una migliore informazione dei consumatori in materia di assistenza sanitaria; la promozione dell'attività di cooperazione tra le associazioni bibliotecarie nazionali e internazionali delle biblioteche di scienze biologiche e mediche e la promozione della cooperazione con l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e altri organismi internazionali competenti”. Nell’introduzione al Glossario dei termini usati nelle Guidelines for Library Services to People with Special Needs, l’IFLA sostiene la necessità di un glossario in quanto:[...] just the single descriptor, ‘hospital libraries,’ was found to have dramatically different meanings in different parts of the world – in much of Western Europe, for example, ‘hospital libraries’ almost always meant a library for patients, while in North America, it most often meant a library for health sciences staff. Those different meanings made communication and research in the field, especially research done through the literature, exceedingly difficult. They also had the potential to compromise findings. The need again became clear during the many discussions the standing committee of the now Library Services to People with Special Needs Section (LSN -
Definizione di Biblioteca biomedica nel MeSH - NCBI
In questa piattaforma usiamo in modo intercambiabile la parola biblioteca e biblioteca-centro di documentazione in quanto talora si tratta di servizi separati, in altri casi di servizi integrati in biomedicina. Nel thesauro biomedico MeSH, Medical Subject Headings - vocabolario medico controllato prodotto dalla NLM con struttura ad albero in cui il sapere biomedico e delle discipline correlate è suddiviso in sedici grandi rami/categorie e relativi sotto-rami, annualmente aggiornato e scaricabile gratuitamente in vari formati - il descrittore libraries è così definito: Collections of systematically acquired and organized information resources, and usually providing assistance to users. (ERIC Thesaurus, http://www.eric.ed.gov/ accessed 2/1/2008) Tale descrittore è posizionato gerarchicamente sotto il descrittore “Information Centers” introdotto già nel 1976 - ovvero Facilities for collecting and organizing information. They may be specialized by subject field, type of source material, persons served, location, or type of services - a sua volta posizionato in due rami del Mesh, Information Science Category e Technology category. Questa scelta fa pensare alla concezione delle biblioteche nel campo della salute come legate all’informatica e alla tecnologia, ovvero servizi per raccogliere e organizzare l’informazione, dotati di collezioni di documenti, acquisite in modo non casuale, e di norma in grado di fornire assistenza e supporto agli utenti. Un sotto-insieme delle biblioteche nel MeSH sono le biblioteche speciali, ovvero distinte per tipo di collezioni, per cui esistono le Medical Libraries, o specializzate nel tipo di pubblici cui sono rivolte, e fra queste le biblioteche ospedaliere, definite come Information centers primarily serving the needs of hospital medical staff and sometimes also providing patient education and other services. Questa definizione è molto importante perché già prevede sia i fondamentali della funzione delle biblioteche nel campo della salute sia le funzioni speciali: centri di informazione, nel senso ampio sopra definito, che si occupano principalmente delle esigenze dello staff ospedaliero (o della realtà sanitaria territoriale di riferimento, ndr) ma anche talvolta forniscono informazione ed educazione sanitaria agli utenti - patient education - e svolgono altri servizi. -
The National Library of Medicine and medical informatics
A proposito di relazioni professionali fra bibliotecari e informatici in biomedicina, il direttore della National Library of Medicine (NLM), US precisa il ruolo dell'informatica medica: "L'informatica medica tenta di fornire la base teorica e scientifica per l'uso di sistemi informativi automatizzati in biomedicina. Anche se un nuovo campo, le sue radici sono nel 19º secolo. La National Library of Medicine (NLM) iniziò a classificare la letteratura medica e a pubblicare l'Index Medicus nel 1897. All'inizio degli anni sessanta, la crescita dell'indice diede origine a MEDLARS, il primo sistema bibliografico computerizzato di successo su larga scala. Nel 1971, all'incirca nel periodo in cui MEDLARS si è evoluto in un sistema di recupero on-line a livello nazionale noto come MEDLINE, un comitato dell'Association of American Medical Colleges ha pubblicato una relazione in cui si chiede alla NLM di esercitare una forte leadership nello sviluppo di applicazioni informatiche per il trasferimento di informazioni in medicina.La NLM ha sponsorizzato diversi programmi di formazione e ricerca in questo settore e sta ora sviluppando il concetto di "centri di eccellenza" in informatica medica. Inoltre, ci sono una serie di attuali attività di ricerca e sviluppo all'interno dei programmi interni ed extramurali NLM che possono influenzare il progresso dell'informatica medica." -
Quando l'utente è un paziente [1998]
Un'esperienza pilota in Italia in tema di apertura ai pazienti di una bblioteca biomedica inzialmente rivolta solo al personale clinico, tecnico e di ricerca... Data 1998, pochi anni dopo l'articolo visionario di MLA/CAPHIS The librarian role in providing health information and patient education Fin dall'inizio l'esperienza di Aviano, in seguito riprodotta in altre realtà con i dovuti adattamenti, ha curato due aspetti aventi pari dignità: l'informazione ai pazienti desiderosi di approfondire aspetti non clinici correlati alla malattia oncologica; l'aspetto di svago in termini di promozione della lettura, scrittura e altre attività in collaborazione con la locale Biblioteca Pubblica. -
BILLINGS, John Shaw in "Enciclopedia Italiana"
Medico americano, nato il 12 aprile 1838 nella Switzerland County (Indiana), morto l'11 marzo 1913 New York. Fu un abile chirurgo militare con le truppe dell'Unione durante la guerra di secessione e dall'aprile al luglio 1864 fu di fatto l'ispettore medico generale dell'armata del Potomac; tornato a Washington, dal dicembre fu messo a capo della Biblioteca medica centrale (Surgeon General's Library) che in otto anni portò da 600 a 50.000 opere; indi si adoperò a compilarne -
An important John Shaw Billings find (1984)
L'autografo di John Shaw Billings, datato 1855, recentemente trovato [l'articolo è del 1984, ndr] in un'edizione del 1855 del Trattato sulla pratica della medicina di George B. Wood. Questo può essere il primo autografo Billings esistente ed è certamente la prima associazione di John Shaw Billings con lo studio della medicina -
IHB: Dr. John Shaw Billings (2018)
Dal sito dell''Indiana Historical Bureau, IN.gov, il cippo alla memoria di di John Shaw Billings, posizionato nella SR 250, Allensville Rd., angolo nord-ovest, Allensville (Contea di Svizzera, Indiana) 47043 Installato nel 2018 Indiana Historical Bureau e Svizzera County Junior Historical Society Questo marcatore sostituisce il marcatore Birthplace John Shaw Billings (78.1966.1) installato nel 1966. Visita l'Indiana History Blog per conoscere l'esperienza di guerra civile di Billings, il lavoro di biblioteca medica e la progettazione del Johns Hopkins Hospital. -
John Shaw Billings: “I Could Lie Down and Sleep for Sixteen Hours without Stopping” (2016)
Dall'Indiana History Blog, il pezzo su John Shaw Billings: "Tutti conosciamo quelle persone che compiono più in un'ora di quello che noi facciamo in una settimana, che sono "industriose" ed eccellenti in tutto quello che provano. Il nativo dell'Indiana John Shaw Billings era l'archetipo, un visionario con un'energia apparentemente infinita che ha rivoluzionato le pratiche mediche e bibliografiche che durano fino al XXI secolo..."[tradotto dall'originale] -
S&I Bibliosan NewsLetter
S&I Bibliosan NewsLetter è il notiziario di Bibliosan realizzato nell'ambito del progetto S&I Bibliosan in memoria di Luigina Lazzari